«L’Italia danza sull’abisso nelle mani di un funambolo dilettante che cammina su una fune senza rete». Non poteva essere più feroce Marco Revelli, «garante» della lista alle europee «L’Altra Europa con Tsipras» con Spinelli, Viale, Gallino, Camilleri e Flores, nel commentare l’ascesa di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, in virtù di una congiura di palazzo che ha visto dilaniarsi il Pd in una guerra lampo tra la corrente renziana che ha vinto le primarie e quelle perdenti dei lettiani e delle varie anime della «sinistra» interna. Revelli definisce quella del sindaco una «corsa folle» che viene applaudita «dalla Lega Coop e da Confindustria».

Le cooperative esprimono nell’esecutivo il presidente dell’Alleanza delle cooperative Giuliano Poletti, oggi ministro del lavoro. I berlusconiani hanno denunciano i conflitti di interesse della Legacoop in Expo, nella Tav, sul Montepaschi di Siena. «Il suo ministero vigila per legge sul movimento cooperativistico», scriveva ieri Il Mattinale del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati. Nel governo delle «piccole intese» neo democristiane Confindustria esprime la figlia dell’ex vice-presidente, Federica Guidi, la cui nomina a capo del ministero dello Sviluppo Economico è stata definita «inopportuna» anche dall’ex vice ministro dell’Economia Stefano Fassina (Pd): «Troppo vicina a Berlusconi – dice – I Guidi sono proprietari di un’azienda che ha molte commesse dalla pubblica amministrazione».

Questo intreccio di interessi nella maggioranza, come del resto tra Pd e Forza Italia, disponibili all’intesa sulla legge elettorale, viene definita da Revelli «una grande matrioska dal volto di roditore». Il cencelli usato dall’ultra-democristiano Renzi è stato necesserio «per esorcizzare la crisi interna al Pd, la crisi di governabilità del Parlamento, lo stato comatoso dell’economia e la crisi di fiducia della società» sostiene Revelli. Un governo dettato dalla paura del fallimento. L’applauso gelido ieri in Senato ha riconosciuto il pericolo di vita che corre il funanbolo di Pontassieve: se cade, «cade tutto – aggiunge Revelli: finisce il Pd, si scioglie il parlamento, si commissaria il paese, si accelera la dissoluzione sociale». In Senato ieri Renzi ha confermato questa lettura. Se fallisce, «sarà tutta colpa mia». Quell’«io» va considerato un plurale maiestatis. Per questo il «renzismo è un esorcismo – conclude Revelli – Non ha competenze, autorevolezza, forzas politica per fare il miracolo».

Ieri la lista che porta il nome del leader di «Syriza» si è messa all’opposizione di Renzi, ne ha criticato il neoliberismo, ha richiamato la necessità di una nuova democrazia in Europa. Barbara Spinelli ha sezionato l’ideologia neoliberale del «renzismo». «È fatale – afferma la giornalista – se scegli Tony Blair come modello, per forza approdi al tradimento della sinistra e dell’Europa che pretendi di resuscitare». Il tradimento è anche delle promesse fatte alle primarie e ai congressi, al netto della notte dei lunghi coltelli con Letta. Blair è stato quello (insieme ai socialisti francesi, a dire la verità) a suicidare (da «sinistra») il tentativo di trasformare il Trattato di Lisbona in una vera Costituzione.

Spinelli incide nel marmo questa accusa. Perché la cecità, e l’anti-europeismo degli inglesi e dei francesi, nel 2005 portò al «colpo di stato» in Europa tra il 2008 e il 2010 quando vennero imposte le politiche dell’austerità, facendo credere a tutti che la crisi fosse quella dei debiti sovrani, non quella delle banche salvate dagli Stati europei, e dai loro contribuenti. L’attacco di Spinelli al governo si sposta sulla politica estera, in particolare sulla nomina di Federica Mogherini alla Farnesina: «Ha concentrato i suoi interessi sulla Nato, e poi sull’Europa. Chissà se è consapevole della degradazione dell’alleanza atlantica» e dei dodici anni di guerra antiterrorista voluta anche dal «cagnolino di Bush», il Blair al quale gli annali hanno consegnato persino un libro intitolato «Il liberismo è di sinistra». Tanto per far capire quale, e quanta confusione abbia prodotto la contro-rivoluzione in atto. Una situazione che ha spinto i promotori della lista Tsipras a non inserire nel logo la parola «sinistra».

Per «L’altra Europa con Tsipras» Renzi «è il terzo premier nominato (dal Quirinale, depositario di ogni verità politica) «in un Parlamento di nominati». Spinelli critica l’esclusione di Nicola Gratteri alla Giustizia e auspica una discontinuità di Pier Carlo Padoan all’Economia. Senza illusioni.