Andrea Camilleri e Paolo Flores D’Arcais hanno lasciato il «comitato dei garanti» della lista «Altra Europa con Tsipras» il 3 marzo scorso, dunque prima dell’addio alla lista dell’imprenditrice antiracket Valeria Grasso e dell’attivista di Peacelink Antonia Battaglia. La decisione è stata resa nota il 7 marzo agli altri «garanti» (Viale, Spinelli, Revelli, Gallino, Tsipras), poi ieri – 11 marzo – al pubblico. «Resteremo come due tra i trentamila cittadini impegnati per l’iniziativa che hanno contribuito a far nascere» spiegano. Il motivo scatenante sarebbe stato l’«occultamento» di una lettera dove gli attivisti di Peacelink escludevano la loro partecipazione alla lista in caso di candidature di Sel, un partito contro il quale conducono una dura battaglia per le sue posizioni sulla vicenda Ilva.

Le date indicate non sono casuali. Flores e Camilleri rinunciano a mettere la loro «firma» sulle liste dei candidati. Una decisione singolare. Non solo perché avviene dopo otto giorni che hanno messo a dura prova gli entusiasmi e la partecipazione generata dalla nascita della lista, ma perchè sarebbe avvenuta prima della conferenza stampa di presentazione delle candidature il 5 marzo scorso.

Allora Barbara Spinelli si era scusata per l’«errore» compiuto dal comitato dei «garanti» che domenica 2 marzo aveva lanciato, tramite comunicato stampa, la candidatura di Camilleri, poi smentita una manciata di ore dopo. Stando alla corrispondenza nota al pubblico, Flores avrebbe mandato ai garanti un’altra mail domenica 9 marzo (ore 12,39) dove sollevava pesanti accuse di «disinformacija che getta irreparabile discredito sulla lista stessa». Non si capisce se questa mail sia stata scritta a titolo di «garante» della lista, visto che Flores avrebbe comunicato le sue dimissioni il 7 marzo.

Ieri la corrispondenza tra i «garanti» è stata arricchita da una lettera scritta da Alexis Tsipras a Camilleri e Flores. Il tono è colloquiale e retrospettivo. Tsipras rinnova l’«assoluta fiducia» nell’operato di Barbara Spinelli «che ha svolto un lavoro unitario e positivo». E c’è una velata critica probabilmente a Flores, più che a Camilleri «che rappresenta un puntio di riferimento per la sinistra italiana».

Il leader di Siryza sostiene «tutti i garanti che concorrono al successo della lista, senza alimentare continue e superate tensioni, che tutti voi volevate evitare con il manifesto che avete pubblicato». Sono stati in molti a pensare che quel manifesto, che ha riscosso molti consensi, fosse un ammonimento ai «partitini» della sinistra (Sel e Rifondazione Comunista) a non incastrare la lista nella contrapposizione che li divide dalla scissione avvenuta anni fa.

Fino ad oggi, questi partiti lo hanno rispettato e, anzi, si sono messi al lavoro insieme ad altri per raccogliere le 150 mila firme necessarie per portarla alle europee. A quanto sembra i conflitti sono avvenuti invece tra i garanti, come testimonia l’estenuante, e a tratti surreale, pubblicazione della loro copiosa corrispondenza sui siti.

La lettera di Tsipras suona come un appello all’unione in nome di una lista che tra l’altro porta il suo nome. La si potrebbe anche definire un auspicio utile per non oscurare un’esperienza appena nata, ma che già registra spaccature. Non con la base di Sel, che nel congresso di Rimini ha imposto alla sua dirigenza riluttante di appoggiare questo esperimento, o con quella di Rifondazione che ha scelto Tsipras sin dal congresso di Madrid della sinistra europea. Ma tra i suoi stessi ideatori.

Tsipras resterà tra i «garanti» della lista, apprezza la decisione di Camilleri e Flores di appoggiarla e rinnova l’invito a «rovesciare l’austerità». «Con profondo rispetto», così chiude il suo messaggio.