Giornata difficile quella di ieri per la lista «Altra Europa con Tsipras» in Puglia e in Sicilia. Antonia Battaglia, attivista ed esponente di primo piano dell’associazione PeaceLink di Taranto, la cui attività di contro-informazione sull’Ilva ha permesso alla Commissione Ue di lanciare una procedura di infrazione contro l’Italia, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni europee.

Battaglia ha ricostruito le sue ragioni sul sito inchiostroverde.it. Nei giorni complicati della composizione delle liste, insieme a Alessandro Marescotti di Peacelink e a Riccardo Rossi di “Brindisi bene comune” , Battaglia ha inviato una lettera ai «garanti» della lista per chiedere che nella lista non ci fossero esponenti di Sinistra Ecologia Libertà, «le cui posizioni su Taranto sono in contrasto con ciò che rappresento».

In questi anni è stato molto duro il conflitto tra le posizioni ambientaliste dell’associazione tarantina e il partito del governatore della Regione Puglia Nichi Vendola. La tensione era nota tanto che il comitato dei garanti ha risposto a Battaglia con una lettera firmata da Argiris Panagopoulos, del dipartimento politica estera di Siryza e candidato in Italia alle europee.

«Una grande testimonianza di fiducia nei miei confronti – commenta Battaglia – Ma è con grande rammarico che, mio malgrado, constato ancora che tra i candidati della circoscrizione Sud restano i nomi di due candidati appartenenti a Sel».

Stiamo parlando di Dino Di Palma, ex presidente della provincia di Napoli, e Gaetano Cataldo, coordinatore regionale di Sel. La contrapposizione nella sinistra pugliese è insanabile a tal punto che Battaglia scrive:

«I miei principi morali ed etici e la netta consapevolezza di non voler portare avanti una campagna per Taranto e per il Sud tutto in Europa, accanto ad esponenti di un partito che ancora ieri ha continuato a disconere le proprie gravi responsabilità sull’Ilva, mi inducono a riaffermare con forza la mia scelta».

Il collegio Isole è l’altro fronte caldo per la lista Tsipras. Il Il 25 novembre 2013 l’imprenditrice anti-racket Valeria Grasso, palermitana, ha partecipato a «Rifare l’Italia», un’iniziativa programmatica di Fratelli d’Italia di Meloni, La Russa e Crosetto (ne abbiamo scritto qui). Al teatro Sistina di Roma, come testimonia il video del suo intervento, Grasso ha detto di «credere moltissimo in questo progetto» e «Sono orgogliosa che presto si parlerà di una nuova antimafia di destra».

Affermazioni che hanno provocato polemiche tra gli elettori della lista Tsipras. Valeria Grasso ha pubblicato sulla pagina facebook della Lista Tsipras una dichiarazione in cui ha ribadito di non avere «nessuna tessera di partito» e di «credere in un’antimafia che si nutre di diritti e giustizia sociale».

Al segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero non è bastato. Giovedì sera su twitter ha scritto che la candidatura dell’imprenditrice è «un errore da risolvere al più presto».

Ieri mattina il giornalista Antonio Mazzeo, anche lui candidato nelle Isole, aveva intenzione di annunciare il ritiro della propria candidatura. Il comunicato è stato «congelato» a seguito dell’intervento dei circoli di Rifondazione di Messina e Catania. Il giornalista ha spiegato che il suo non è un ultimatum, né un’avversione personale verso Grasso che del resto ha partecipato a eventi e manifestazioni di realtà non certo riconducibili alla destra. Mazzeo tuttavia non intende condividere un’esperienza politica con chi ha partecipato ad iniziative del partito di Ignazio La Russa che è stato uno degli artefici del Muos. La situazione è in bilico. A Valeria Grasso sarebbe stato chiesto un passo indietro. Oggi Mazzeo deciderà se ritirare la propria.