Nella cosiddetta golden age della fiction ogni aggancio più o meno velato con la realtà, diventa occasione o spunto per la realizzazione di una serie televisiva. E il soggetto che è stato appena annunciato in Gran Bretagna rischia di scatenare da qui al 2017 – quando è prevista la sua messa in onda, polemiche a non finire.

Si tratta infatti di un progetto intorno all’Isis. E per essere più precisi, la serie si ispira fatti realmente accaduti e testimonianze dirette e seguirà le esperienze di quattro ragazzi e ragazze britanniche che decidono di abbandonare le proprie vite per unirsi all’Isis a Raqqah, in Siria. I quattro episodi annunciati ieri da National Geographic Channel e Channel 4 – i due network che la produrranno – si concentrano intorno al mondo dei cosiddetti foreign fighters.

Ancora senza titolo, i quattro film tv saranno trasmessi nel corso del prossimo anno sui canali National Geographic di tutto il mondo, mentre nel Regno Unito sarà in onda su Channel 4. «National Geographic è sempre stato in prima linea nel raccontare la complessità della guerra», sottolinea Carolyn Bernstein, vice presidente esecutivo di National Geographic. «La serie è caratterizzata da un approccio fedele a fatti realmente accaduti e offre uno sguardo esclusivo su una delle principali minacce internazionali».

A dirigere la fiction è stato chiamato Peter Kosminsky, autore dell’acclamata Wolf Hall – serie ambientata durante il regno di Enrico VIII ma concentrata sulla figura di Thomas Crownwell, e tratta dalla fortunata saga romanzesca firmata da Hilary Mantel, di cui era protagonista Mark Rylance vincitore di un Oscar come migliore attore per Il ponte delle spie.
Non è la prima volta che Kosminsky si cimenta su sceneggiature e progetti molto controversi. Così è accaduto nel 2007 per Britz, il racconto frenetico e drammatico del post 11 settembre vissuto sulla pelle di una famiglia di origine musulmana che vive nel Regno unito. Polemiche ma successo unanime di critica e di pubblico, con un premio Bafta guadagnato nello stesso anno nella categoria «drama serial». Fra le regie di Kosminsky cinque anni fa The Promise, la storia di un gruppo di soldati britannici in Palestina dal 1945 al 1948 e l’impatto di quegli eventi nel conflitto attuale israelo-palestinese.

Anche The Government Inspector (2005) affrontava un tema spinoso come quello della ricerca delle «armi di distruzione di massa» che sfoceranno nella guerra in Iraq e la morte del dottor David Kelly. Ancora precedente (1999) Warriors, film tv diviso in due parti intorno alle vicende di un gruppo di operatori di pace in Bosnia, premiato da noi al Prix Italia e ai Bafta. Molto attivo anche su grande schermo, Kosminsky ha girato fra gli altri White Oleander, No Child of Mine, e Shoot to Kill.