Si sono svolte domenica scorsa le elezioni amministrative portoghesi per il rinnovo di sindaci e consigli distrettuali. Un test importante per due motivi: intanto per capire la salute del governo socialista guidato da António Costa e poi per misurare concretamente la crescita del partito di destra populista Chega.
A un primo sguardo i risultati non sono del tutto sfavorevoli al Partido Socialista (Ps) che, di gran lunga il primo partito a livello nazionale, perde rispetto al 2017 circa 200 mila voti, passando dal 37% al 34%. Tenuto conto che i socialisti guidano l’esecutivo dal 2015 e la Câmara Municipal di Lisbona dal 2007, ci si poteva aspettare una disaffezione anche maggiore da parte dell’elettorato. Il Chega di André Venura, pur crescendo parecchio rispetto alle politiche del 2019 quando aveva preso l’1,29%, si ferma a un ben misero 4%.

TUTTAVIA, per farsi un’idea di quale sia stato l’impatto a livello nazionale delle elezioni amministrative non basta solamente guardare le tabelle che sintetizzano i numeri complessivi, ma bisogna capire soprattutto quali fossero le aspettative della vigilia e quanto e se queste siano state disattese.
Un dato su tutti veniva dato per scontato: la rielezione del sindaco uscente di Lisbona Fernando Medina (Ps) con un distacco incolmabile su Carlos Moedas – Partido Social Democrata (centro-destra – Psd) di quasi dieci punti percentuali (37% contro 28%). E invece no, a sorpresa e per appena 1400 voti ha vinto Moedas. Il centro-sinistra prende nella capitale circa 200 mila voti, ne aveva presi 350 mila nel 2017. In sostanza più che una vittoria del centro-destra è una sconfitta cocente di Medina la cui portata è ancora difficile da valutare.

È PROBABILMENTE ancora troppo presto per capire le ragioni di una emorragia di voti tanto consistente. Quel che è certo è che nel corso degli ultimi anni Lisbona ha vissuto un terremoto immobiliare dalle proporzioni epiche. I prezzi delle case sono cresciuti costantemente passando da 1000 euro al mq nei quartieri dell’Avenida Almirante Reis ai 3-4 o anche 5 mila euro. In molte zone del centro il costo di un appartamento supera tranquillamente i 10 mila euro al mq. Impossibile comprare per meno di 2500 euro.
Tutto è stato fatto per attrarre investimenti esteri e professionisti stranieri in grado di potersi permettere un esborso che supera spesso i 500 mila euro, lasciando le periferie alle classi medie e la disperazione per i ceti più deboli. Soprattutto le detrazioni fiscali in favore non solo dei pensionati ma di chiunque decidesse di trasferire la propria residenza in Portogallo. Come succede in ogni terremoto gli effetti si propagano lungo un ampio raggio. E così i prezzi delle case sono schizzati alle stelle in grande parte del paese. Molte sono state le promesse fatte per porre un argine a un fenomeno che ha assunto i connotati di un vero e proprio esodo, ma alla fine pochissimo è stato fatto.

RESTA QUINDI SENZA RISPOSTA la domanda iniziale: e la salute del governo? Da un punto di vista simbolico l’elezione per il primo cittadino della capitale gioca un ruolo cruciale nella percezione complessiva su chi abbia davvero il consenso della maggioranza dei cittadini, questo indipendentemente da cosa sia successo nel resto del paese. La vittoria di Moedas quindi potrebbe trasformarsi sul lungo periodo in una vittoria del Psd.
Il centro-destra non è fortissimo, ma non tanto debole da permettere a Ventura di dilagare. È una buona notizia perché, come ci insegnano i casi francese e italiano, una destra populista forte obbliga a una concentrazione del voto intorno a quelle forze in grado di porre un argine alle formazioni antisistema, stravolgendo quindi il normale gioco democratico. In questo quadro il Bloco de Esquerda e il Partido Comunista Português, pur uscendo dalle urne ammaccati, non rischiano per il momento l’estinzione.