Fiorenzo Carpi è un nome mitico del nostro panorama musicale, come lo sono i grandi autori operistici o i grandi compositori contemporanei. Lo dicono in molti, ed è facile crederci se solo si passa in rassegna la lista delle sue composizioni, a cominciare dalle «canzoni», ognuna delle quali individua in un accordo un’epoca, una situazione, un mood della storia d’Italia, dal dopoguerra fino all’anno in cui è scomparso, nel 1997. Era nato nel 1918 a Milano, e la sua milanesità è stata certo alla base della vena felice con cui ha raccontato (ma anche indagato, dipinto, proiettato) in musica un intero paese.

Diplomato al Conservatorio alla fine della guerra, nel ’47 è già con Giorgio Strehler e Paolo Grassi a fondare il Piccolo Teatro. Da quel momento Carpi resterà per sempre al fianco di Strehler, dando tono, o levità o drammaticità, alle parole di tutti i suoi spettacoli: qualcosa di simile, tato per intendersi, a quello che fu per Brecht Kurt Weill. E non fu neanche un sodalizio esclusivo. Perché Fiorenzo Carpi diede ritmo musicale a molti altri artisti che nascevano in quegli anni fecondi, dai Gobbi Franca Valeri con Bonucci e Caprioli, a Franco Parenti e Dario Fo. Con questi e con Franca Rame fu in tv alla fatidica Canzonissima del ’62, come nelle commedie musicali prima del ’68 dei due artisti.

Molte delle canzoni irrefrenabili di Fo sono state scritte da Carpi, che riuscì per altro a comporre per Strehler canzoni che molti pensano siano patrimonio di musica popolare. Invece sono sue, da Ma mi a Le Mantellate. Canzoni evocative per tutti, magari ascoltate da Ornella Vanoni o Gabriella Ferri, ma che hanno dietro la sua vena creativa.

Così come sono fantastiche le sue escursioni al cinema o in televisione: dalle musiche meravigliose per Comencini (da Incompreso al Pinocchio), al Diario di un maestro di De Seta, a quasi tutti i film di Patrice Chereau, con cui lavorò anche a teatro. E poi Gassman, e i grandi sceneggiati, e i grandi artisti. La sua opera è un patrimonio davvero sterminato, oltre che di livello altissimo. In compenso era una persone mite e gentile, assai discreto e generoso, come testimonia chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Ora un libro curato da Stella Casiragh e Giulio Luciani, scritto in collaborazione con la figlia Martina Carpi, dal titolo: Fiorenzo Carpi Ma mi (Skira, pp 168 con molte illustrazioni e testimonianze, 24 euro), ce ne ripropone la storia. Oggi molti amici ed estimatori del musicista lo presentano alle 18 alla libreria del Parco della musica a Roma: da Franca Valeri a Ugo Gregoretti, da Germano Mazzocchetti a Nicola Piovani.