Immaginate cosa sarebbe il mondo del cinema e della musica senza il suono avvolgente di bassi e alti che circondando lo spettatore/ascoltatore durante una proiezione o la riproduzione di un disco. Terribile, vero? Ecco Ray Dolby, che tutto questo ha creato da vero pioniere del settore audio, se ne è andato a 80 anni nella sua casa di San Francisco, sprofondato nel buio dell’Alzheimer. A ricordarlo, per una volta non con parole di circostanza, il presidente dei Dolby Labs, Kevin Yeamen: «Abbiamo perso un amico, un mentore e un visionario». Tutto in realtà era cominciato quasi per caso, un circuito audio: nel 1946, quando aveva appena compiuto 16 anni, Dolby mise le mani grazie al suo primo lavoretto alla Ampex sul primo registratore a nastro sul mercato.

Una folgorazione che lo portò a laurearsi a Stanford, un dottorato a Cambridge e dedicare la vita al mondo dei suoni e di come li percepiamo nei supporti magnetici. Per ovviare ai pesanti frusci che spesso accompagnavano il sonoro durante le proiezioni, inventò nel 1965 una sorta di «compansore», ovvero un dispositivo elettronico capace di ridurre il rumore di fondo e i disturbi all’interno dei segnali acustici. E passano appena tre anni prima che l’invenzione diventi parte integrante dei registratori commerciali. Il successo è epocale. Dopo anni in Inghilterra, Dolby torna negli Stati uniti e crea il suo impero a San Francisco. Qui, grazie a un brevetto riconosciuto sette anni prima, nasce il Dolby Sound System, ossia la tecnologia che ha dato una svolta agli effetti audio del cinema. Un suono che è alla base della riuscita di capolavori come Incontri ravvicinati del terzo tipo. «Quel suono della navicella spaziale che spiazza gli spettatori è frutto della tecnologia inventata da Ray Dolby», sottolinea il produttore e ex presidente della Paramount, Sidney Ganis.

Il primo film a utilizzare il Dolby, però – effetto che inoltre migliorava la qualità del parlato all’interno delle pellicole dove spesso colonna sonora e dialoghi si mescolavano con scarsa qualità, fu «Arancia Meccanica» di Stanley Kubrick. Un sound così particolare da venire adottato anche dalle major del disco, la Decca fu la prima «cliente» ad affidarsi alla magia di Ray. E per dimostrare la sua riconoscenza, Hollywood nel 2012 ha deciso di ribattezzare in suo onore l’Auditorium dove si tiene la cerimonia degli oscar, un tempo Kodak theatre, in Dolby Theatre.