Il sistema ambiente, il livello più alto di bene comune da cui dipendiamo, nonostante venga costantemente monitorato da rapporti sempre più allarmanti sembra destinato a una rovina irreversibile. Gli ultimi due studi provengono dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dicono che il diffuso degrado degli ecosistemi sta compromettendo gravemente la salute dei bambini. Nei paesi in via di sviluppo e in quelli ad economia avanzata. Il dato su cui ragionare è questo: più di una morte su quattro tra i bambini sotto ai 5 anni è attribuibile a cause ambientali (1 milione e 700 mila bambini, il 26% dei 5,9 milioni di decessi all’anno). La stima è contenuta in due rapporti. Un mondo sostenibile in eredità: atlante della salute infantile e dell’ambiente e Non inquinate il mio avvenire!: l’impatto ambientale sulla salute infantile.

La prima analisi dell’Oms conferma che le cause dei decessi più frequenti – diarrea, malaria e polmonite – si potrebbero prevenire attraverso un accesso più equo all’acqua potabile e ai combustibili puliti (non tossici) per cucinare. Nel secondo rapporto, invece, l’Oms traccia un quadro dei fattori ambientali più nocivi e individua le cinque cause principali della morte dei bambini. “Un ambiente inquinato è mortale – spiega Margaret Chan, direttrice generale dell’Oms – in particolare per i bambini piccoli. I bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento dell’aria e dell’acqua perché i loro organi e il loro sistema immunitario sono in via di sviluppo e i loro organismi, in particolare le vie respiratorie, sono di piccole dimensioni”.

Le sostanze inquinanti, si legge nello studio pubblicato ieri, cominciano ad agire già nel grembo materno e aumentano il rischio di parto prematuro. Neonati e bambini in età prescolare esposti ad alte concentrazioni di smog, sia outdoor che indoor, e al fumo passivo (piccoli milanesi, romani o torinesi, per esempio) corrono un rischio maggiore di contrarre polmoniti e per tutta la vita si ammaleranno più facilmente di malattie respiratorie croniche, come l’asma. E’ accertato che l’inquinamento atmosferico aumenta anche il rischio permanente di malattie cardiache, ictus e cancro.

Il secondo rapporto si sofferma in particolare sulle principali cause di morte al di sotto dei 5 anni e il dato più sconvolgente riguarda proprio lo smog: 570.000 bambini ogni anno muoiono di infezioni respiratorie riconducibili all’inquinamento dell’aria. 361.000 bambini perdono la vita a causa della diarrea provocata dalle acque inquinate. 270.000 muoiono durante il primo mese di vita per condizioni “ambientali” (tra cui la prematurità) che potrebbero essere evitate garantendo a tutti l’accesso all’acqua potabile ed a strutture sanitarie adeguate. 200.000 sono i decessi causati dalla malaria e lo stesso numero di bambini muore a causa di “lesioni involontarie” attribuibili all’ambiente (annegamenti, cadute, avvelenamenti). “Un ambiente inquinato – spiega Maria Neira, direttrice Oms del Dipartimento di sanità pubblica – si traduce in un pesante tributo pagato dai nostri figli in termine di salute. Investire nella rimozione dei rischi ambientali, come il miglioramento delle acque o l’utilizzo di carburanti più puliti, si tradurrà in benefici per la salute di massa”.

L’agenzia dell’Onu segnala anche alcuni rischi “emergenti”. Come i rifiuti dell’industria elettronica che secondo l’Oms espongono i bambini a sostanze tossiche che possono comportare “una riduzione delle loro capacità intellettive, deficit di attenzione, danni ai polmoni e cancro” (si prevede un aumento dei rifiuti elettronici del 19% tra il 2014 e il 2018 fino a raggiungere i 50 milioni di tonnellate). Impensabile anche non dover fare i conti con i cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature e dei livelli di diossido di carbonio favoriscono la crescita di pollini e di conseguenza l’asma tra i bambini (l’11-14% dei bambini dai cinque anni in su nel mondo manifesta sintomi di asma). A completare il quadro ci sono poi le esposizioni a sostanze chimiche attraverso cibo e acqua. Fluoruri, piombo, mercurio e pesticidi sono già entrati nella catena alimentare.

Se questo è il quadro, viene da chiedersi come potranno essere raggiunti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) che l’Onu ha assegnato al pianeta coinvolgendo tutti i paesi affinché entro il 2030 nessun bambino muoia a causa dell’inquinamento ambientale. Il programma fissato dall’Oms c’è: ridurre l’inquinamento dell’aria, potabilizzare l’acqua, intervenire sulle case, le scuole, le strutture sanitarie, l’urbanistica, i trasporti, l’agricoltura, e ancora puntare sulle energie pulite ed invertire il cambiamento climatico abbandonando le energie fossili.

Un cambio di paradigma che si pone un gradino al di sopra di una rivoluzione politica, culturale ed economica che forse nemmeno l’enciclica Laudato si’ di Papa Bergoglio. Chi comincia?