Innesti/Grafting è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che Cino Zucchi, curatore del padiglione Italia alla prossima Biennale di architettura di Venezia, apertura al pubblico il 7 giugno – ha scelto per sviluppare la direzione suggerita da Rem Koolhaas, quell’Absorbing Modernity 1914/2014 sotto cui si inaugurerà la rassegna internazionale. «L’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra una ’modernità anomala’, rappresentata dalla capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue», ha spiegato Zucchi. Il padiglione prende proprio lo spunto da questa qualità dell’innesto, considerandolo un leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli.

La città di Milano viene assunta come un «laboratorio del moderno», grazie alle sue cui vicende architettoniche e urbanistiche degli ultimi cento anni (e non solo). Milano è anche il luogo che ospiterà Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei suoi sviluppi presenti e futuri. L’esposizione continuerà poi con una serie di collage di architettura e con la rappresentazione di un grande paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti recenti dove gli architetti si sono confrontati con contesti impegnativi. Una serie di «cartoline» autografe di professionisti stranieri daranno un’interpretazione sintetica della condizione italiana, vista da diversi angoli del mondo. Ad aprire e chiudere il percorso, due «innesti» fisici nel contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: il portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e la panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini.

In più, il padiglione Italia ha lanciato un invito: studenti, persone comuni, videomaker possono mandare i loro lavori filmici sui luoghi della vita collettiva nel nostro paese. Una selezione dei video costituirà l’opera corale Paesaggi Abitati a cura di Studio Azzurro.