Irreversibile, per centinaia di migliaia di anni. L’analisi sull’innalzamento del livello dei mari dell’Ipcc mette i brividi, tanto più perché corroborata da una robusta massa di dati scientifici.
Il livello globale medio del mare è aumentato di 20 cm tra il 1901 e il 2018, con una chiara accelerazione negli ultimi decenni: se dal 1901 al 1971 l’innalzamento medio annuo è stato di 1,3 millimetri, dal 1971 al 2006 è salito a 1,9 mm all’anno, mentre dal 2006 al 2018 è raddoppiato a 3,7 mm all’anno.

L’innalzamento del livello del mare si spiega per il 50% con il fenomeno dell’espansione termica dell’acqua marina che, riscaldandosi, aumenta di volume. Il resto è dovuto per il 22% alla fusione dei ghiacciai, per il 20% dalla fusione delle calotte polari e per 8% da cambiamenti nella riserve di acqua sulla terra. Solo 30 anni fa, quando venne pubblicato il primo report Ipcc, gli scienziati ignoravano come gli strati profondi degli oceani avrebbero reagito all’innalzamento della temperatura, ora queste dinamiche sono più chiare.

È praticamente certo che il livello medio del mare continuerà a crescere in questo secolo: entro il 2050 aumenterà di ulteriori 10-25 cm, mentre quello che succederà dopo dipenderà dalla concentrazione di emissioni di gas serra: potrebbe continuare a crescere tra i 28 e i 55 cm nel 2100 rispetto al livello 1995-2014 in uno scenario di emissioni molto basse, mentre con emissioni alte, il livello del mare potrebbe crescere da 60 cm a un metro.

Anche a zero emissioni, però, il livello mare continuerà a salire perché le acque profonde degli oceani e le calotte polari reagiscono in modo estremamente lento ai cambiamenti dell’ambiente. Nei prossimi 2000 anni, il livello medio aumenterà da 2 a 3 metri se l’aumento della temperatura sarà contenuto entro 1,5°C, da 2 a 6 metri entro i 2°C, da 19 a 22 metri entro i 5°C e continuerà a crescere nei millenni successivi.

L’innalzamento non sarà omogeneo in tutto il pianeta. Sarà meno accentuato nelle zone dove si sono verificate le ultime glaciazioni perché il terreno si sta ancora sollevando dopo che si è liberato del peso dei ghiacciai (es, Scandinavia); più impattante nelle regioni limitrofe dove il terreno si è invece rigonfiato a causa dei ghiacciai e ora si sta abbassando e nei delta meno elevati (es, New Orleans e il Gange-Brahmaputra) o dove il terreno è soggetto a subsidenza anche a causa di attività umane (costruzione di dighe, estrazione di acqua di falda o di idrocarburi).

L’aumento del livello del mare non farà che accentuare frequenza e gravità di eventi estremi sulle coste, come mareggiate, inondazioni per alta marea, e conseguenti erosioni. Eventi estremi che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, secondo gli esperti capiteranno ogni anno nel 20-25% delle località entro il 2050, indipendentemente dall’andamento delle emissioni. Alla fine del secolo, invece, le emissioni faranno la differenza: gli eventi estremi si verificheranno nel 60% delle località in uno scenario a basse emissioni, nell’80% nello scenario peggiore.