È un cuore che attraversa le stagioni dell’esistenza e gli accadimenti della storia, si trasforma e si trasfigura, abbandonando l’innocenza infantile, la tenerezza già sgualcita dal tradimento materno, verso un abbozzo di desiderio via via più incandescente, fino alla deflagrazione, all’incendio dei sensi e poi al sentimento «sfolgorante» d’amore che ne segue, quello che Franca Alaimo svela nel suo ultimo libro, sacro cuore – scritto proprio così, minuscolo (Giuliano Ladolfi Editore, pp. 92, euro 10).

COME FOTOGRAFIE in un album di ricordi, le poesie di questa raccolta si dipanano diacronicamente nello spazio di una vita e raccontano il percorso di formazione di una donna, un affresco rutilante e vivido, sapientemente concepito da una scrittura materica, accogliente, mai banale, capace di tratteggiare immagini potenti, che si sedimentano nello sguardo di chi legge, imprimendosi nella memoria del corpo.
E proprio il corpo è uno dei grandi protagonisti di questa storia di emancipazione: agli albori innocente in un «vestitino in ordine, pulito», ancora acerbo, cresce vincolato e normato da una cultura religiosa e borghese, che lo ammanta di «antica colpa», indicando nel sangue mestruale una forma di espiazione, e lo limita con la minaccia del peccato e con la paura indotta di un maschile dalle fattezze predatorie, finché, disobbedendo alla censura, si fa pieno di «promesse di piaceri e dolori» nel territorio oscuro e lussureggiante – segnato da una geografia di androni e sottoscala, cantine e garage, spiagge assolate, fili d’erba, alberi di ulivi e ciliegi – che conduce all’esperienza della sessualità.
Il corpo custodisce tutta la saggezza ancestrale che orienta l’Io di questi versi a una piena consapevolezza di sé e le rivela il segreto della «beatitudine», la coincidenza del sacro anelito a ricongiungersi con il trascendente, che lo sguardo infantile aveva idealizzato nei tratti delicati e sofferti del Cristo dal cuore in ostensione, e della profana vulnerabilità della carne quando si spalanca, e accoglie l’Altro, mentre cade «addosso il fruscio dell’universo» e «l’anima vola».

SULLO SFONDO della vicenda individuale scorre la scenografia del mondo, anch’esso attraversato da cambiamenti epocali, una rivoluzione di minigonne e «libero amore», di personaggi-icone come Mao e Che Guevara, di letture proibite come per esempio i libri di Belotti, Kerouac e Morante fino alle poesie di Lorca, che inciampano però nelle radici di quell’educazione familiare e sociale che alligna nella testa e costringe «a vomitare/ i sensi di colpa, la morale comune, i giudizi».
Indomita e sensuale, a tratti fragile e spaventata, irriverente e curiosa, appassionata e audace, la protagonista di sacro cuore supera come in una fiaba tutte le prove d’iniziazione e compie il cammino che la porta alla piena maturità.
Se come scrive Simone de Beauvoir: «donna non si nasce, lo si diventa», sacro cuore è un piccolo compendio che consegna generosamente al nostro sguardo la formula di questa metamorfosi.