Mage’s Initiation: Reign of the Elements, sviluppato da Himalaya Studios e disponibile per Linux, Mac e PC su Steam, GOG e Humble, è un mix di classica avventura e gioco di ruolo in 2D. Himalaya Studios, già autori del remake di King’s Quest, hanno iniziato lo sviluppo di Mage’s Initiation, finanziandolo tramite Kickstarter, ben dieci anni fa ispirandosi alla classica serie di videogiochi Sierra Quest for Glory che ha visto pubblicati 5 titoli dal 1989 al 1998.
Il giocatore deve impersonare il giovane apprendista mago D’Arc in un mondo del lontano futuro in cui la magia ha prevalso sulla tecnologia e in cui i maghi sono la casta dominante ma non particolarmente ben vista dal popolo privo di poteri. D’Arc è un orfano portato fin da piccolo alla Torre dei Maghi dove è cresciuto ed ha imparato i rudimenti delle arti magiche. Quando noi lo incontriamo deve dimostrare quanto ha imparato in tre prove che costituiscono il suo esame per l’ingresso nella casta dei maghi. L’elemento ruolistico è legato fin dall’inizio alla scelta dell’elemento a cui consacriamo D’Arc nel corso del colloquio coi maestri: acqua, aria, terra o fuoco. Elemento che determinerà le magie attive e passive che potremo fargli apprendere. Ma in realtà la parte ruolistica non è particolarmente sviluppata e lascia il posto al lato avventura grafica. Nei panni di D’Arc dovremo peregrinare per le terre spesso pericolose di Iginor per risolvere gli enigmi che ci consentiranno di proseguire nell’avventura. Le magie ci serviranno sostanzialmente come arma contro fiere e nemici che incontreremo casualmente girando per terre selvagge ed esplorando dungeon. Estremamente curato l’elemento dialogo coi personaggi non giocanti. Ci saranno sempre svariate opzioni di dialogo, molte delle quali servono per descrivere e approfondire il mondo che stiamo esplorando. Opzioni che si moltiplicano man mano che proseguiremo nell’avventura e completeremo le missioni principali.
Mage’s Initiation dimostra come non sia necessario avere sofisticati motori grafici per realizzare un videogioco coinvolgente. Si tratta certo di un’opera principalmente dedicata ai «retro gamer», agli appassionati delle avventure grafiche degli anni ’80 e ’90 ma che può far scoprire un modo diverso di videogiocare anche ai più giovani. Un modo di giocare legato non tanto ai riflessi e all’abilità «e-sportiva» quanto al ragionamento, allo studio degli elementi del mondo esplorato e della sua storia, per capire come utilizzarli adeguatamente per ottenere quello che ci serve. Non c’è «pixel hunting» (il cliccare ogni singolo pixel dello schermo per trovare qualche elemento utilizzabile sadicamente piccolo o nascosto) in Mage’s Initiation: sostanzialmente tutte le cose che ci servono sono ben evidenziate e si tratta solo di risolvere l’enigma di come prenderle e/o di come utilizzarle. E ogni tanto dobbiamo anche uccidere qualche goblin o scheletro ma, francamente, è la parte meno entusiasmante e alla lunga noiosa, se non che i nemici morti lasciano di solito cadere preziosi tesori.