Il Lago dei cigni africano della volitiva Dada Masilo; il tango shakerato con la danza contemporanea di Sidi Larbi Cherakoui; l’unione inossidabile di musica e danza con un nome culto americano quale è Mark Morris. Ravenna Festival non si è lasciata scappare l’occasione di proporre nel suo ricco calendario 2013 una rosa di proposte per la danza di deciso respiro.

Dada Masilo è una giovane artista africana dal talento stupefacente. 28 anni, sola o con la sua Dance Factory, colleziona un successo dietro l’altro. Il suo Swan Lake ha stregato il pubblico del Pala André per mix fulminante tra classico e tribalità del corpo. Masilo ha ricostruito la storia eterna del Lago di Ciaikovskij aggiornandola senza paura. Siegfried è omosessuale, adora il cigno maschio Odile, anche se i tradizionalisti genitori, Re e Regina, vogliono per lui il cigno bianco Odette, naturalmente femmina. Non ci sono però ironie en travesti, modello Trocks: Odile è un magnifico danzatore triste e appassionato, Odette (una splendida Dada Masilo) è focosa, seducente. Il maschile e il femminile si intrecciano nei due cigni, mentre l’ensemble – strepitoso – danza a piedi nudi e tutù, dicendo no a ogni trasgressione delle regole. Ciajkovskij si fonde con Arvo Pärt e altri compositori, ma resta assoluta guida di un pezzo nel quale la partitura classica si accende dalle voci dei danzatori che incalzano Odette, che sgridano Siegfried. Una tribù africana in tutù sulla quale aleggia la memoria del dramma dell’Aids.

Produzione del Sadler’s Wells di Londra per m!longa di Sidi Larbi Cherkaoui. Nasce dall’amore per il tango, per l’Argentina e i suoi luoghi nascosti, per il desiderio di danzare «un sentimento che si balla», per esplorare la fusion tra i generi. Cresciuto a Anversa da madre belga fiamminga e padre marocchino, per alcuni anni interprete doc dei Ballets C. de la B. di Alain Platel, Sidi Larbi Cherkaoui è uno dei nomi più interessanti della danza contemporanea attuale. Per la sua trascinante m!longa ha messo insieme un gruppo di dieci danzatori e cinque musicisti, di cui 8 ballerini di tango e due danzatori contemporanei. Insieme a Sidi ha lavorato come consulente per il tango Nélida Rodriguez de Aure, che apparteneva allo storico Tango argentino del 1983: lo spettacolo di Segovia e Orezzoli che diede il via al tango teatrale. Virtuosismo e creatività svettano in uno spettacolo che non cade nello stereotipo. Restano impressi il terzetto maschile, il gioco tra coppie e insieme, la relazione tra video, scenografia e musica dal vivo che porta l’immaginazione fuori dal teatro.

Mark Morris mancava dall’Italia da 15 anni. Non è ammissibile per Morris andare in scena senza l’accompagnamento dal vivo, nemmeno le prove, le classi si fanno su base registrata. I suoi danzatori, come i musicisti che collaborano con lui, hanno un rispetto assoluto per una concezione del movimento che abbraccia le partiture con speciale devozione. A Ravenna Morris ha portato un quartetto di titoli esemplari del suo lavoro, tra pezzi nuovissimi e titoli icona. I musicisti sono in scena: Owen Dalby (violino) e Colin Fowler (pianoforte). Fanno parte del Mark Morris Dance Group Music Ensemble, fondato nel 1996. La serata si è aperta con Italian Concerto sul Concerto Italiano in fa maggiore BVW 971 di Bach. Balletto del 2007 per cinque danzatori strutturato in duetti, un assolo maschile, un quintetto: una fusione di grande classe tra le linee della danza e l’andamento della musica.

Candleflowerdance fu dedicato da Morris a Susan Sontag. Questa volta la musica è la Serenata in La di Stravinskij, un pezzo intimo, da camera, giocato intorno a un quadrato disegnato sulla scena. Intrigante il nuovissimo passo a due Jenn and Spencer, dai nomi dei due protagonisti. Musica di Henry Cowell per una relazione di coppia non scontata in cui la dinamica della relazione trova respiro nella dinamica piena di chiaro e scuro del movimento. Finale con un pezzo che ha fatto storia: Grand Duo su musica di Lou Harrison: è del 1997 ma regge meravigliosamente al passare del tempo per la bellezza di un’energia tribale sposata a un disegno coreografico nel quale il cerchio è simbolo ipnotico della potenza della danza.