Dio ci guida. In India per lo meno. Entrambi, l’India e il suo dio, stanno guidando Francesca Rosso. Scrittrice, blogger, danzatrice, Dio ci guida è il titolo della sua mostra fotografica esposto fino a domenica 28 settembre al Carignano di Torino in occasione di Torino Spiritualità. Una mostra nata spontaneamente, dai continui click sulla macchina fotografica che Rosso non ha mai lasciato a casa nei quattro mesi in cui ha vissuto a Mumbay per terminare una tesi di dottorato sulla danza nel cinema di Bhollywood. «Non sono una fotografa di professione però la meraviglia dell’India è tale che non potevo non immortalare ogni cosa mi colpisse ogni giorno passato lì».

La sua ricerca si è divisa tra coreografie e macchina da presa su quella che pochi sanno essere la più potente industria cinematografia del mondo «da filoamericani quali siamo non abbiamo mai avuto la percezione che i film più visti al mondo non fossero quelli di Hollywood bensì quelli indiani, distribuiti nei paesi dell’ex blocco sovietico, così come in Africa o in Cina. Allo stesso modo, oggi, l’attore più famoso non è un Brad Pitt ma Shah Rukh Khan». La giornata di Rosso si divideva tra le lezioni con la guru delle danze Bhollywood Saroj Khan e le interviste ai protagonisti di questo mondo fantastico. Ogni avvenimento è stato meticolosamente raccontato nel suo blog Bhollywood Party su La Stampa, tra poco in uscita come e book.

Set cinematografici, agopuntura negli slam, autostrade sul mare, la Mumbay di Francesca Rosso rispecchia in tutto e per tutto l’eccentricità di una India molto diversa dagli stereotipi di cui siamo intrisi «è un luogo in continuo movimento, foriero di pensieri e creatività, in cui lo squallore e il sublime si mischiano in un kitch assoluto che è grande respiro del mondo». In cui la spiritualità non è l’Om recitato sulla spiaggia al calar del sole ma invece quanto di più materiale possiamo immaginare. «Dio, in India, è dentro la vita. È tangibile. È un concetto trasversale e concretissimo. Dio è ciò che vuoi e, soprattutto, ciò che ti serve». Ecco che l’oggetto di questa necessità è diventato soggetto di un percorso artistico. Lo sguardo di Rosso ha iniziato a posarsi con divertimento e investigazione sulle immagini sacre poggiate su ogni cruscotto di taxi, richò, auto privata nell’infernale traffico di Mumbay.

«Quando ti metti in viaggio- racconta- è plausibile che tu sappia quello che vai cercando. Ma la cosa meravigliosa è quello che trovi nel tragitto».E di tragitti lei, quotidianamente, ne ha percorsi tanti. Tutti contornati da Ganesh «l’immagine più ricorrente sui mezzi di trasporto. Ganesh è carino, simpatico, va bene per ogni occasione, soprattutto per gli inizi. Ma, cosa più importante, è a lui che spetta il compito di rimuovere gli ostacoli. C’è qualcosa di più adatto in una città con venti milioni di abitanti riversati in strada?»

Ma ci sono anche tanti Cristi e Madonne, vestiti a festa a seconda delle occasioni, profumati di incenso e ricoperti di fiori, e anche Sai Baba va alla grande «senza contare le commistioni! Perché non mettere vicini un Cristo e un Ganesh? Qualcosa faranno! È un sincretismo piacevole. Dio è uno, e si manifesta in vari modi. Questo è ciò che ti ripetono tutti, credendoci. In India non esistono opposti veri e propri, e comunque tutto convive costantemente in una sorta di danza generativa. E questo, a me, dona una felicità incredibile».