«Il nostro sistema educativo si basa su un dato: l’umanità non ha talenti naturali, viene tutto dall’istruzione. Così, quando esci dalla scuola, ti viene spontaneo accettare il fatto che l’umanità non abbia diritti e che tutti i diritti ti vengano dallo Stato. In molte nazioni l’istruzione non prevede temi scolastici specifici, ma non mi sembra di aver mai sentito che la gente di quei paesi non sappia mettere insieme il lessico studiato per scrivere». Parola di Han Han, talento letterario, e non solo, cinese. La critica dell’ex ragazzo prodigio è contro il sistema educativo nazionale e in particolare la sua esigenza mnemonica, meccanica che non invita al ragionamento. Il sistema educativo di Pechino si basa su un momento che determina la vita di ogni cinese, il gaokao, l’esame di ammissione all’università, simile al nostro esame di maturità. Il gaokao si iscrive all’interno delle tradizioni cinesi: fu sospeso solo durante la Rivoluzione culturale (1966-1976) e poi ripreso nel 1977. Il record di studenti esaminati c’è stato nel 2008: 10, 5 milioni. Nel 2014, nel giugno scorso, sono stati 9 milioni, il 3 per cento in più rispetto al 2013. Il gaokao è il momento più importante nella vita dei cinesi: sulla base del risultato ottenuto, gli studenti potranno accedere a università prestigiose, garantendosi un futuro. L’alternativa: università più scadenti o addirittura la necessità di completare gli studi all’estero. L’esame di ammissione è un momento importante a livello nazionale. Le famiglie si indebitano per consentire ai propri figli il giusto riposo in alberghi lussuosi, quando devono svolgere l’esame lontano dal villaggio di appartenenza. Le vie limitrofe alle scuole diventano iper controllate: non si possono suonare i clacson, tutto deve essere tranquillo ed aiutare alla concentrazione gli studenti. Spesso alcuni dei ragazzi e delle ragazze, dopo un fallimento all’esame si suicidano: la pressione è altissima e tutto ricade sulle loro spalle. Ma il problema, ormai per certi versi sdoganato, è nelle tecniche di insegnamento e di studio. Se la Cina, viene detto, vuole completare quel ciclo che dovrà favorire l’innovazione, a scapito delle capacità – ottime – di replicare quanto già esiste, dovrà necessariamente cambiare il sistema scolastico. È questo cui si riferisce Han Han. «La Cina ha una popolazione altamente alfabetizzata. Oggi ha il sistema in più rapida crescita – in qualità e quantità – di istruzione superiore nel mondo. Questo è il motivo per cui molte delle principali università del mondo hanno istituito centri di ricerca e di insegnamento in Cina». È l’opinione, consegnata al New York Times, di William Kirby, che insieme a Warren McFarlan e Regina M. Abrami, hanno scritto Can China Lead? Reaching the Limits of Power and Growth, proprio sulle potenzialità cinesi nel campo della ricerca e dell’educazione. La Tsinghua University e l’Università di Pechino sono ormai regolarmente classificate tra le prime 50 istituzioni di tutto il mondo. «Se saranno educati a creare e innovare, distinguendosi dagli insegnamenti in vigore da ben prima del 1949 non vi è alcun limite al loro futuro», ribadisce Kirby. Nell’ambito dei tanti cambiamenti della Cina, anche il gaokao sarà presumibilmente sottoposto a modifiche e riforme, proprio per andare incontro alle nuove esigenze della Cina, ormai player globale. Come sostiene Lan Fang, direttore della rivista economica Caixin, «Entro il 2020, la Cina dovrà definire un modello d’esame per la selezione degli studenti basato su prove che riguardano singole materie, un esame multidisciplinare e un sistema di ammissione diversificato. Si dovrà, inoltre, separare in maniera più netta l’esame dalla selezione degli studenti; aumentare le alternative per gli studenti; garantire alle università, pur nel rispetto delle leggi vigenti, una maggiore discrezionalità per la selezione degli studenti; implementare l’organizzazione di strutture specializzate, la gestione a livello macro da parte del governo e meccanismi di supervisione partecipativa da parte della società» (l’articolo completo è su www.carattericinesi.china-files.com)
I cambiamenti nel modello d’esame, dopo la riforma, saranno enormi. Sarà, infatti, attribuita maggiore importanza al cosiddetto «esame generale» (huikao) per valutare le competenze acquisite nelle scuole medie e superiori; ci saranno meno materie da portare al gaokao. «In questo modo, conclude Lan Fang, ogni studente avrà più opportunità di essere ammesso ad un corso universitario».