Uno zoppicante governo Sánchez arrivato al potere sei mesi fa senza passare per le urne (ma per un voto di sfiducia a Rajoy) e una crisi catalana ormai cronicizzata. E tutta una serie di addentellati: un partito di estrema destra, Vox, che per la prima volta alza la testa; un’alleanza strategica fra socialisti e Podemos che tutti sanno essere l’unica speranza per cui la sinistra possa tornare saldamente al potere una volta sciolto il Congresso; gli strascichi di una crisi che ha impoverito e reso più incerte le prospettive di vita di milioni di persone.

Il 2019 si apre con sul tavolo tutti i problemi ereditati dal 2018. Un anno pieno di colpi di scena per la politica nazionale, ma anche un anno che non ha saputo risolvere i nodi più importanti: un ripensamento della costituzione, in cui l’assetto istituzionale e regionale possa essere rimesso in discussione, e persino la monarchia; un maggiore coraggio nell’invertire la marcia delle politiche sociali ed economiche più regressive dei sette anni di potere della destra; una politica centrata più sulla creazione di lavoro di qualità, sulla politica della casa e sugli ammortizzatori sociali; e infine un approccio più globale e integrato rispetto all’immigrazione. Dopo 4 anni dall’entrata in scena nelle amministrazioni locali, Podemos e i “sindaci del cambiamento” dovranno affrontare di nuovo le urne il 26 maggio e misurarsi coi risultati ottenuti.