Con quasi 17 mila nuovi casi positivi e 72 morti solo ieri, l’incidenza del coronavirus ha superato i 150 casi settimanali per centomila abitanti. Rispetto alla settimana precedente, la variazione è del 25%. In crescita, anche se più contenuta, i decessi (+15%) e i ricoveri in terapia intensiva (+19%). Si registrano picchi di incidenza di oltre 600 casi a Bolzano, 340 in Friuli-Venezia Giulia (che è già in zona gialla), circa 300 in Veneto e Val D’Aosta. Puglia, Basilicata, Sardegna e Molise invece rimangono a circa 50 casi settimanali.

DOPO IL MONITORAGGIO settimanale della cabina di regia ministero/Iss, che certificherà un indice Rt ancora solidamente superiore a 1, oggi il ministro della salute Roberto Speranza firma l’ordinanza che colloca in zona gialla l’Alto Adige. Per la cittadinanza non cambierà molto. Le ordinanze della giunta bolzanina hanno anticipato i provvedimenti governativi e già nei giorni scorsi era divenuto obbligatorio indossare la mascherina all’aperto e la Ffp2 sui mezzi pubblici. La zona gialla, che entrerà in vigore lunedì, coinciderà poi con l’introduzione del green pass rafforzato anche in zona bianca. Un po’ in affanno, la Sogei sta licenziando in queste ore l’aggiornamento della app VerificaC19, necessaria per verificare il green pass e distinguere quelli da tampone da quelli ottenuti con il vaccino. Solo questi garantiranno l’accesso a bar, ristoranti e palestre da lunedì 6 dicembre.

L’INGRESSO DELL’ALTO ADIGE in zona gialla è conseguenza della crescita del tasso di saturazione dei reparti, che ha superato le soglie critiche già all’inizio dell’ultima settimana. Attualmente, nella provincia il 15% dei posti letto in terapia intensiva e il 20% dei reparti ordinari sono occupati da malati di Covid-19. Criticità si registrano anche in Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Veneto, tutte regioni con almeno un letto su dieci in rianimazione è occupato da pazienti positivi. La Calabria è candidata a entrare in zona gialla fra due settimane, visto che ha anche il 13% di letti occupati in area medica (la soglia è il 15% e la verifica è prevista per martedì prossimo).

DI POSITIVO C’È la ripresa delle vaccinazioni, come attesta il rapporto settimanale della fondazione Gimbe. «Cresce nell’ultima settimana il numero di somministrazioni – si legge nel rapporto – con una media mobile a 7 giorni di 306.445 somministrazioni al giorno. Sono aumentate le somministrazioni sia delle dosi booster (+52,5%) che delle prime dosi (+34,7% rispetto alla settimana precedente). Anche se i numeri assoluti rimangono molto diversi. Attualmente, viene inoculata una prima dose ogni nove richiami, dunque la platea dei vaccinati cresce lentamente e sfiora l’80%.

NELLE PROSSIME SETTIMANE, il numero dei nuovi vaccinati potrebbe però aumentare rapidamente grazie alla disponibilità di dosi pediatriche. Il generale Figliuolo ha annunciato l’invio delle dosi pediatriche verso le regioni a partire dal 15 dicembre, ma la data vera e propria dell’avvio delle inoculazioni nella fascia di età 5-11 anni sarà decisa localmente. Non è detto che tutte le regioni attendano il 23 dicembre, come aveva invece annunciato il coordinatore del Cts Franco Locatelli. Il Lazio preme sull’acceleratore. «Noi partiremo il 13 dicembre con le prenotazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni» ha detto Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione, che pensa a mini-hib con accoglienza e clown che tirino su il morale a bambini e genitori.

INTANTO, il sistema di prenotazione della regione non funziona più come un orologio: molti cittadini ieri si sono visti negare la terza dose regolarmente prenotata a causa di un errore del sito della regione, che permette di fissare appuntamenti anche prima che siano trascorsi 150 giorni dal primo ciclo vaccinale. «Anche chi era in anticipo di un solo giorno è stato mandato via» raccontano gli utenti malcapitati. Ora dovranno riprendere un nuovo appuntamento e i tempi di attesa si stanno allungando. Più cauto il presidente del Veneto Luca Zaia, consapevole che molti movimenti contro i vaccini pediatrici già ai tempi del morbillo sono nati proprio nella sua regione.

LA SUA GIUNTA fu la prima nel 2007 a sospendere l’obbligo vaccinale sulla spinta dei No Vax e Free Vax e che dunque si gioca una fetta di consenso. «La scelta di vaccinare i bimbi spetta solo ai loro genitori, io non consiglio nulla – mette le mani avanti Zaia – Siamo sempre nel campo della volontarietà, stiamo dialogando con i pediatri di libera scelta per fare le vaccinazioni in ambulatorio invece che nei centri vaccini».