Quella che si apre oggi a Bergamo è la 17a edizione di BergamoScienza, un festival che ha saputo diventare un luogo di incontro per tutta la città e non solo. Lo scorso anno ha raggiunto le 133mila presenze in un centro che ne conta diecimila in meno, neonati compresi. E mentre si avvicina alla maggiore età, ora il festival si pone gli stessi interrogativi della generazione Thunberg.

IL TEMA PORTANTE dell’edizione di quest’anno (che si conclude il 20 ottobre) è infatti la sostenibilità della vita sulla Terra, che l’umanità minaccia con il suo impatto. Inizia oggi Rick Morimoto della Northwestern University di Chicago, spiegando come le cellule riescano a sopportare temperature anche estreme (augurandoci di non dover imparare a farlo noi). Domani, Massimo Tavoni del Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climatici e Telmo Pievani dell’Università di Padova indagheranno il rapporto tra lo stile di vita della nostra specie e il cambiamento climatico. Sempre domenica, Mark Jacobson, direttore del programma di ricerca su atmosfera ed energia dell’Università californiana di Stanford, si interrogherà sulla possibilità di utilizzare solo fonti rinnovabili per alimentare tutte le attività umane.
Come appare la Terra in riscaldamento da lontano? Lo racconteranno, ancora domani, l’oceanografo Paolo Cipollini e Simonetta Cheli dell’Agenzia Spaziale Europea, dai cui satelliti provengono le immagini della nostra atmosfera. L’enigma della formazione delle nuvole nasconde forse le chiavi per comprendere il clima di domani: di questo parlerà domenica 12 lo scienziato e alpinista Federico Bianchi dell’Università di Helsinki.

FUORI DAL FIL ROUGE del clima, tantissimi gli interventi da segnalare. Sull’opportunità di aumentare la partecipazione femminile alla scienza dialogheranno Paola Govoni, Tiziana Metitieri, Simona Polo e la dodicenne Ariel Spini Bauer (19 ottobre). Lo stesso giorno, lo scrittore David Quammen esplorerà i confini delle specie alla luce della genetica più recente.
Nel weekend finale, Roger McCarthy e Miguel Nicolelis affronteranno la sfida dell’intelligenza artificiale. Da non perdere, infine, i godibilissimi interventi dell’astrofisico Luca Perri, alle prese con meccanica quantistica e i premi IGnobel. Ma il vero Nobel è quello vinto nel 2001 da Barry Sharpless, il pioniere della «click-chemistry», atteso per l’evento di chiusura. Tutti gli altri appuntamenti su www.bergamoscienza.it.