C’era da scommetterci: le dichiarazioni del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sulla difficoltà di reperire le coperture per la seconda rata Imu, annunciavano tempesta. E in effetti è arrivata: il Pdl si è subito impuntato, con i «governisti» tesi a rassicurare, senza attaccare frontalmente Saccomanni, e i «lealisti» che invece hanno preso la palla al balzo ancora una volta per contestare il ministro e alzare il prezzo della permanenza nella maggioranza. Il vicepremier Angelino Alfano ha scritto una nota, per assicurare che «la seconda rata dell’Imu non si pagherà». «È un impegno assunto con il Parlamento e con gli italiani ed è un impegno che sarà mantenuto, che dovrà essere mantenuto – ha spiegato il ministro, leader dei «governisti» ribelli a Berlusconi – Anche il ministro Saccomanni, pur nella difficoltà della situazione, ha detto che si può eliminare».
Non ci stanno a fare sconti, invece, Raffaele Fitto e Renato Brunetta, che segnalano il rischio che il Pdl venga costretto a tradire le proprie promesse elettorali. «Il vicepremier Alfano ripete oggi che anche la seconda rata Imu 2013 non si pagherà – dice, polemico, il leader dei “lealisti” Fitto – Tuttavia, visto che la scadenza si avvicina e l’incertezza dei cittadini è grave, non bastano più parole e promesse».
E anche Brunetta, al suo solito, attacca: «Qualcuno gli dica – afferma riferendosi al titolare del Tesoro – che continuando così non fa altro che male a se stesso e al Paese: non ha mai soluzioni e paventa difficoltà e problemi anche quando non ci sono». E Maurizio Gasparri: «Il governo rimetta mano alla casa e lasci perdere Saccomanni. Letta avrebbe dovuto da tempo prendere l’interim dell’Economia, ne avremmo guadagnato tutti almeno in chiarezza e concretezza».
La seconda rata Imu viene a costare 2,4 miliardi: l’esecutivo, seppure intenzionato a non deludere l’aspettativa sul taglio, sembrerebbe però intenzionato a risparmiare qualcosa, ad esempio introducendo un meccanismo di esenzioni che restringa la platea (tornando a far pagare, in qualche misura, quelli più ricchi).
Ma certo, come diceva il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ieri, «sono scelte di carattere politico, non si risolve il problema spostando in modo tecnico una cifra da altre voci, e il dibattito in seno al governo è aperto: siamo alla fine dell’anno, abbiamo già fatto un intervento per ricondurre al 3% il deficit di quest’anno e abbiamo ancora da trovare alcune coperture per la seconda rata Imu».
Insomma, se metti soldi sull’Imu dei ricchi, togli ai poveri. Infatti il Pd, che pure ha parecchio ceduto al pressing del Pdl sulla prima rata, adesso che si torna a parlare di Imu si irrigidisce: «Parlare ossessivamente di tasse, Imu e ancora tasse, attaccando il governo, è un esercizio insopportabile e populista», dice Matteo Colaninno ai falchi del Pdl.
E Nichi Vendola, Sel, definisce un «inaccettabile accanimento» il trovare risorse «non per dare reddito a chi non lo ha, ma per gli impegni elettorali di Silvio Berlusconi».