Fatta eccezione per alcune realtà indipendenti il mercato editoriale italiano appare spesso confuso. Si ha la sensazione che molti editori, presi nella corsa imprenditoriale del “pubblicare per vendere” abbiano perso di vista l’idea di catalogo, lanciando titoli molto dissimili tra loro, indebolendo la propria identità e affollando oltremodo gli scaffali delle librerie e dei lettori, spesso disorientati da tanta offerta. Ma, come direbbe Silvana Ghersetti, fondatrice della GRRRz, al secolo GRRRzetic, “pubblicare non è obbligatorio”.

Questo l’assunto che sta alla base di Pubblicare come un’artista (Sido, 2017) di Andrea Benei, stagista dapprima e poi socio della Ghersetti, che a 11 anni dalla nascita della casa editrice, dedica al lavoro della maestra e collega il suo primo libro.

A prima vista è un minuscolo pamphlet rosa, il libro è in realtà un opera-manifesto che tenta di spiegare un operato editoriale singolare e rischioso, per quanto elegante e infallibile, lanciando una provocazione semplice: e se fosse tutta una performance? Considerate da un lato la qualità dei libri pubblicati, la caratura degli autori, e dall’altro le tirature e le vendite, il rischio d’impresa, non c’è dubbio. La GRRRz è una rara avis– non solo nel mondo del fumetto e dell’illustrato, dove opera- il cui catalogo risponde alla volontà e all’intuizione della sua fondatrice, più che alla sua cassa. Benei traccia la storia della casa editrice attraverso gli anni e le città, tappe della crescita del catalogo, e si sofferma diligente sui passaggi di questo sofisticato modus edendi. Prima il processo di selezione: per oltre dieci anni, Silvana Ghersetti ha dato spazio e voce a autori che dovevano rispondere a una condizione: “essere GRRRz”. Niente a che fare con clientelismi o favoritismi, piuttosto una sincera corrispondenza di amorosi sensi, un’affinità di gusti e stile (di vita) tra editore e potenziale autore.

Difficile individuare un criterio dietro a tanta soggettività, dove “essere GRRRz” vuol dire piacere a Silvana, che ha fiuto da vendere e riesce, a detta del suo discepolo Benei e della maggior parte degli addetti ai lavori, a riconoscere la stoffa dell’autore, a trasformare un esordiente in un classico e a fare del suo libro un’opera d’arte. Per la produzione indice una cernita di carta, materiali e tipografia sopraffine, un lavoro di editing sempre dettato dalla vocazione e dal suo gusto squisito: indimenticabili i casi di Trama, il peso di una testa mozzata il libro di Ratigher (allora esordiente, adesso direttore editoriale di Coconino) e di Corpicino, primo romanzo di finzione di Tuono Pettinato, nella sua edizione completa di carte da gioco diverse per ogni esemplare. Libri oggetto, oggetti unici nella loro confezione, resi introvabili da una tiratura molto limitata (certa carta è veramente costosa) e dall’impiegabile divieto di ristampa, che solo il libro di Pettinato ha infranto, quando è stato inserito nel programma d’esame di criminologia del prof. Alfredo Verde dell’università di Genova. Benei si spinge oltre: l’arte non sta solo nell’oggetto, ma nell’operazione editoriale. L’editrice è quell’unoriginal genius che pubblica un’opera invece di crearla, che non si limita a fare da tramite tra l’autore e il pubblico, ma che rende opera il libro attraverso il suo inserimento nel catalogo di GRRRz. È chiaro che, in questo caso, catalogo e casa editrice fanno rima con famiglia: molti figli hanno abbandonato il nido, ma nell’ambiente tutti continuano a pronunciare con rispetto il dolce mantra onomatopeico della casa genovese, che ha navigato inesorabile tra i flutti del mercato e sopravvivendo a onde commerciali anomale, perdendo la rotta, ma solo per fissarla verso nuovi lidi. Mentre la GRRRz riposa in rada, il libro di Benei rende un delicato tributo per un lavoro o una performance editoriale durata 11 anni, e apre le danze del catalogo del nuovo marchio Sido, che ha in serbo altri libri dedicati ai libri, al come farli, scriverli, pubblicarli e una collana, come no, di fumetti, che vedrà proprio la Ghersetti in veste di editor. L’autore ne parlerà giovedì 1 marzo al Cinema Caffè Lanteri di Pisa (V. San Michele degli Scalzi, 46) e a Livorno, sabato 3, negli spazi di Wintergarten (C.so Amedeo, 270).