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L’impiccione / 6. Una giornata complicata

L’impiccione / 6. Una giornata complicata

Impeachment Sesta tappa della rubrica online «L'Impiccione». Occhi indiscreti sulle indagini intorno a Donald Trump

Pubblicato quasi 5 anni fa

21° GIORNO DALL’APERTURA DELL’INDAGINE PER IMPEACHMENT

Il 21° giorno è stato complicato, specialmente per l’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani.

Un quarto uomo legato a Giuliani è stato arrestato, anche lui accusato di aver violato le leggi sul finanziamento delle campagne elettorali.

David Correia è accusato di aver fatto donazioni a politici per ottenere gli aiuti necessari ad avviare un’attività legata alla marijuana ricreativa in Nevada.

L’atto di accusa è lo stesso che la settimana scorsa ha incriminato Lev Parnas e Igor Fruman. I due erano stati arrestati in partenza dall’aeroporto di Washington. Correia, invece, appena atterrato all’aeroporto Jfk di New York, di ritorno dal Medio Oriente.

A questo punto il repubblicano Lindsey Graham, presidente del comitato giudiziario del Senato, ha detto ai giornalisti che scriverà a Giuliani chiedendogli di presentarsi davanti al comitato, aggiungendo «considereremo se mandargli un mandato di comparizione».

Intanto l’Fbi e i pubblici ministeri di Manhattan stanno esaminando una serie di questioni relative a Giuliani, più ampie rispetto a quanto riportato precedentemente, e nell’investigazione è coinvolto anche il controspionaggio. Stando a ciò che riporta la Cnn, un’operazione di influenza straniera stava cercando di trarre vantaggio dai legami commerciali di Giuliani in Ucraina, per farsi strada verso la Casa Bianca.

A POMPEO NON VA MEGLIO

L’ex consigliere del Dipartimento di Stato, Michael McKinley, ha testimoniato davanti alla Camera e ha dichiarato di aver ripetutamente chiesto al Segretario di Stato Mike Pompeo di sostenere l’ambasciatrice Usa in Ucraina Marie Yovanovitch, ingiustamente sospesa, di non aver mai ricevuto risposta e di essersi dimesso proprio a causa di ciò

Gran parte delle testimonianze di McKinley dinanzi ai tre comitati che guidano le indagini sull’impeachment, si sono concentrate sulle dinamiche interne al Dipartimento di Stato, dove in molti erano sconvolti dagli sforzi di Giuliani per aggirare i normali canali diplomatici in Ucraina, al fine di colpire Yovanovitch e spingere l’Ucraina ad aprire un’indagine sull’ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio Hunter.

MA LA GIORNATA PEGGIORE L’HA AVUTA TRUMP

Trump è nervoso e non riesce più a mediare.

Mentre il suo muro di difesa si sta sgretolando giorno dopo giorno, in un raro voto bipartisan la Camera ha condannato (354 – 60) la mossa di abbandonare i curdi e ritirare le truppe dalla Siria. Non c’è capo di Stato in visita che non gli faccia presente la condanna internazionale, incluso ieri Mattarella.

Arrivato al briefing alla Casa Bianca già in atteggiamento belligerante, Trump ha sbattuto gli appunti sul tavolo e ha iniziato subito a battibeccare con chiunque, per arrivare all’odiata presidente della Camera, Nancy Pelosi, con la quale si incontrava faccia a faccia per la prima volta dall’inizio dell’indagine per l’impeachment.

Pelosi ha osservato che la Russia di Putin ha sempre desiderato un «punto d’appoggio in Medio Oriente» e ora ne ha uno. «Tutte le strade con te portano a Putin», ha detto Pelosi a Trump.

Trump ha iniziato a vedere rosso e ha risposto dicendo che i Democratici difendono i curdi perché questi «sono comunisti» e si è scagliato contro Pelosi dicendole: «Secondo me tu sei un politico da terza elementare».

A questo punto Pelosi e tutti i Democratici sono usciti dalla stanza e la speaker ha dichiarato ai giornalisti di pregare per la salute di Trump. Il presidente aveva appena avuto un crollo nervoso.

In risposta The Donald ha twittato che il crollo nervoso l’aveva avuto lei, postando una foto di Pelosi nella Cabinet Room

In risposta Pelosi ha usato quella foto nel suo profilo Twitter.

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