L’impiccione 48/. Camera e Senato
Lo speaker repubblicano al Senato Mitch McConnell ha dichiarato di non avere intenzione di negoziare con la speaker democratica alla Camera Nancy Pelosi. “Il turno della Camera è finito – […]
Lo speaker repubblicano al Senato Mitch McConnell ha dichiarato di non avere intenzione di negoziare con la speaker democratica alla Camera Nancy Pelosi. “Il turno della Camera è finito – […]
Lo speaker repubblicano al Senato Mitch McConnell ha dichiarato di non avere intenzione di negoziare con la speaker democratica alla Camera Nancy Pelosi. “Il turno della Camera è finito – ha dichiarato McConnell- Il Senato ha preso la sua decisione”.
LA MOSSA DI PELOSI
Come siamo arrivati qui? Dopo aver chiuso la fase di indagine della Camera, per costringere il Senato a implementare un processo equo, Pelosi ha deciso di bloccare l’ingranaggio. Invece che nominare immediatamente i direttori incaricati di perseguire il caso al Senato e consegnare gli articoli di impeachment, Pelosi ha deciso di aspettare maggiori dettagli e vedere che tipo di processo sta preparando il Senato. Questa mossa è stata possibile in quanto la Costituzione non è chiara riguardo le tempistiche di consegna degli articoli. Non nominare i direttori e non consegnare gli articoli di impeachment è un tentativo di aiutare i democratici a presentare la loro richiesta di nuovi testimoni e documenti.
Alla riapertura dei lavori del Congresso dopo le feste Pelosi ha chiesto a McConnell di rendere pubbliche le regole proposte per il processo, prima di consegnare gli articoli, in modo che i democratici possano “vedere l’arena a cui parteciperanno”. McConnell non l’ha presa bene.
CHI È MITCH MCCONNELL
Il trasferimento dei poteri di impeachment al Senato significa che McConnell è il motore del dramma centrale di Washington. Ed è nella posizione di demolire il lavoro dei democratici. Se questo fosse un film hollywoodiano
McConnell sarebbe l’arci cattivo a tutto tondo. Lo speaker repubblicano ha chiarito che un processo veloce e di parte è la sua idea di “preludio appropriato per l’assoluzione”, risultato previsto dai suoi piani concordati con la Casa bianca.
McConnell non è nuovo a giocare il ruolo del cattivo: ha costruito la sua reputazione nella lotta per la riforma del finanziamento delle campagne elettorali, quando ha capito di poter accumulare capitale politico come il personaggio che difende ostinatamente una posizione ampiamente impopolare ma favorita dai repubblicani del Senato. In questo modo è diventato una figura indispensabile del partito.
Come ha spiegato Charles Homans, analista politico del Times Magazine, in questo caso McConnell è la voce che dice ai repubblicani che sì, bisogna fare un processo di impeachment, ma lo si può fare strutturandolo in modo da lasciare il suo esito il meno possibile in mano al caso.
McConnell era e resta un contatore di voti inveterato e qui i voti repubblicani non sono così difficili da raccogliere. Ma, attenzione, McConnell non è lì per proteggere Trump bensì, come al solito, per proteggere il suo partito a tutti i costi. E caso vuole che al momento il massimo esponente del Gop sia Trump.
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