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L’impiccione 43/. Affinità e divergenze Trump-McConnell

L’impiccione 43/. Affinità e divergenze Trump-McConnell

1° GIORNO DALL’APPROVAZIONE DEGLI ARTICOLI DI IMPEACHMENT DA PARTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA Dopo tre giorni di dibattito estenuante, ieri mattina ci sono voluti meno di dieci minuti perché […]

Pubblicato quasi 5 anni fa

1° GIORNO DALL’APPROVAZIONE DEGLI ARTICOLI DI IMPEACHMENT DA PARTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA

Dopo tre giorni di dibattito estenuante, ieri mattina ci sono voluti meno di dieci minuti perché la Commissione giustizia della Camera approvasse i due articoli di impeachment contro Donald Trump. The Donald è ora un po’ più vicino al voto della Camera che potrebbe renderlo il terzo presidente della storia americana a finire sotto accusa.

COME HA VOTATO LA COMMISSIONE GIUSTIZIA

Il voto dei due articoli è avvenuto secondo le linee di entrambi i partiti: nessun Repubblicano ha votato a favore e nessun Democratico ha votato contro. “Oggi è un giorno solenne e triste”, ha dichiarato il presidente della commissione giustizia Jerry Nadler dopo il voto di ieri.

Ora si passerà al voto, quando dovranno esprimersi tutti i membri della Camera. Se, come è prevedibile, questo voto sarà positivo, Trump verrà messo sotto accusa e il caso passerà al Senato, dove si terrà il processo vero e proprio. In vista di questo passaggio di camere, il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha dichiarato di coordinarsi con gli avvocati della Casa Bianca sulla strategia per affrontare l’impeachment.

Non stupisce nessuno che il Senato, guidato dai Repubblicani, lavori per mantenere uno di loro alla Casa Bianca, tuttavia i Democratici sostengono che McConnell dovrebbe cercare di mantenere la mente aperta riguardo alle accuse e non agire aprioristicamente.

“McConnell sta lavorando a stretto contatto con la Casa Bianca, e dovremmo aspettarci che gestisca un processo equo e imparziale?” ha detto la deputata democratica della Florida Val Demings. Quando le è stato chiesto come dovrebbe comportarsi McConnell ha aggiunto: “Penso che dovrebbe ricusarsi”.

Pramila Jayapal, deputata di Washington, ha definito il coordinamento di McConnell con la Casa Bianca “ridicolo” e ha spiegato: “Penso che sia scandaloso che il capo dei giurati che sta organizzando il processo voglia coordinarsi con l’imputato”.

DOVE DIVERGONO MCCONNELL E TRUMP

Non ci sono sorprese nello svolgersi di questo processo. McConnell stesso ha dichiarato alle telecamere di Fox News: “Sappiamo tutti come andrà a finire. Non c’è alcuna possibilità che il presidente venga rimosso dalla sua carica”. Un processo al Senato è dettato dalle idee che possono ottenere il sostegno di almeno 51 senatori. Come leader di maggioranza, McConnell ha più potere di modellare il processo rispetto a un senatore ordinario.

Per questo è tanto bizzarro quanto allarmante sentire McConnell dire al conduttore televisivo di destra e amico personale di Trump Sean Hannity di Fox News che “non ci sarà alcuna differenza tra la posizione del Presidente e la nostra posizione su come gestire l’impeachment. Su tutto ciò che farò, mi coordinerò con i consulenti della Casa Bianca”.

A dispetto di questa descrizione di pastorale collaborazione, ci sono svariati punti su cui McConnell e Trump remano verso direzioni diverse. Trump ha affermato più di una volta e pubblicamente di volere testimoni al processo di impeachment del Senato. McConnell ha invece dichiarato in privato ai suoi collaboratori di voler evitare le testimonianze, in quanto preoccupato per le conseguenze politiche e istituzionali che potrebbero causare.

Oltre a ciò i due divergono anche su tempi e modi di un impeachment che Trump vede più come un reality show, mentre la visione di McConnell è più grigiamente istituzionale. Trump vorrebbe che il suo processo di impeachment al Senato, oltre che spettacolare, fosse anche lungo, mentre McConnell pensa che questo sarebbe un boomerang e vorrebbe chiudere la vicenda il prima possibile.

Un processo lungo potrebbe ritorcersi contro Trump perché darebbe ai Democratici la possibilità di ricalibrare il caso a seconda della narrazione che si svilupperà al Senato. Bisogna ora vedere che linea prevarrà in questo coordinamento fra Senato e Casa Bianca

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