9º GIORNO DALL’INIZIO DELLE UDIENZE PUBBLICHE SULL’IMPEACHMENT

Tre giorni di fila di udienze fulminanti si sono conclusi ieri, con la deposizione di due testimoni che hanno raccontato nel dettaglio le preoccupazioni dei professionisti geopolitici per il tentativo di scambio di Trump sull’Ucraina. Anche questa giornata, come le precedenti, è stata segnata da una vera e propria guerra mediatica, senza esclusione di media.

LA DEPOSIZIONE DI HOLMES

Gli ultimi due testimoni, per ora, sono stati Fiona Hill, ex alto esperto di Europa e Russia al Consiglio di sicurezza nazionale, e David Holmes, consigliere politico degli ambasciatori Usa in Ucraina. Si sapeva che la testimonianza di Hill sarebbe stata corrosiva per la difesa repubblicana di Trump. La distruttività di Holmes, invece, è arrivata più inaspettata.

Holmes è il membro dello staff dell’ambasciata Usa in Ucraina che mentre era al ristorante con l’ambasciatore Usa in Eu Gordon Sondland, ascoltò la sua conversazione con Trump, sentendo il presidente chiedere se l’Ucraina avrebbe intrapreso le indagini per screditare Biden.

Nella sua lunga dichiarazione di apertura, Holmes ha inserito la spiegazione di come l’Ucraina si trovasse a un importante crocevia e perché il sostegno degli Stati Uniti al presidente ucraino Volodymyr Zelensky fosse così importante per fare da contrappeso all’influenza russa. È questo il motivo per cui i professionisti della sicurezza nazionale che stanno testimoniando sono così veementi, ha spiegato Holmes, e non per minare Trump.

I PESI DI FIONA HILL

Uno dei momenti più salienti delle udienze è comunque arrivato da Hill. La consulente ha portato avanti una deposizione all’insegna della logica e della ragionevolezza, unendo svariati puntini. Hill ha affermato che i servizi di sicurezza russi “operano come un super PAC” (comitati che raccolgono fondi per sostenere o per ostacolare i candidati), spendendo milioni al fine di “armare le false narrazioni” americane.

La “falsa narrazione” più destabilizzante sarebbe quella divulgata dalla Russia e promossa da Trump e dal Gop sull’Ucraina, che avrebbe interferito nelle elezioni del 2016. Secondo Hill, questo avviene perché la Russia, non riuscendo a destabilizzare gli Usa economicamente o militarmente, ha agito in modo creativo per dividere politicamente gli Stati Uniti e indebolirne la diplomazia.

Hill ha quindi accostato questi sforzi russi con la campagna di pressioni di Trump sull’Ucraina e ha avvertito i Repubblicani che se continuassero, come stanno facendo, a legittimare la teoria non comprovata secondo cui Kiev avrebbe interferito nelle elezioni del 2016, farebbero solo il gioco dei russi. “Nel corso di questa indagine – ha detto Hill – chiederei per favore di non promuovere falsità guidate politicamente che fanno avanzare in modo così palese gli interessi russi”.

Hill ha definito la richiesta di Trump all’Ucraina di annunciare le indagini su Joe Biden e le elezioni del 2016 una “commissione politica interna” divergente dagli obiettivi della politica estera americana. Fiona Hill ha voluto rimettere ciò che sta accadendo negli Usa all’interno di un quadro geopolitico più ampio, ricordando ai membri del comitato che investiga sull’impeachement che Russia e Ucraina sono Paesi in guerra tra loro, e che l’Ucraina dipende dagli Usa. Questo è lo scenario in cui Trump si muove, ignaro di tutto e preoccupato solo della propria rielezione.

LA DIFESA DEL GOP

La strategia di difesa dei Repubblicani a questo punto diventa sempre più difficile. Privata di ogni contenuto, fatta a brandelli dalle testimonianze di tutti, anche degli alleati, non ne resta che la propaganda più scontata. Ricorrere a teorie non comprovate, come quella illustrata da Hill. Ripetere fino allo sfinimento mantra come “la bufala russa”, “caccia alle streghe”, “persecuzione presidenziale”. In una sfilza di tweet mattutini, Trump si è scagliato contro l’indagine e si è riferito ai Democratici chiamandoli “feccia umana”.

Fox News ha affermato che le deposizioni che accusano Trump, in realtà lo assolvono.

Nella sua dichiarazione finale, Devin Nunes, Repubblicano del comitato di intelligence, ha screditato l’intero processo. “Quello che avete visto in questa stanza nelle ultime due settimane – ha detto Nunes – è il risultato pianificato di tre anni di operazioni politiche e trucchi sporchi. Campagne lanciate contro questo presidente. E il verdetto è stato deciso prima dell’inizio del processo. Le indagini russe non hanno fatto il loro lavoro e così si sono spostati sulla bufala dell’Ucraina”.

DOVE SONO I DEMOCRATICI ORA

I Democratici si trovano ora davanti a una scelta: possono insistere per avere i testimoni e i documenti che la Casa Bianca sta bloccando o prendere ciò che hanno e redigere gli articoli di impeachment.