2º GIORNO DALL’INIZIO DELLE UDIENZE PUBBLICHE SULL’IMPEACHMENT

Le parole sono importanti, si diceva, e dare importanza ai termini è quello che ha fatto Nancy Pelosi.

La presidente della Camera ha dichiarato che l’udienza pubblica di mercoledì ha portato “prove corroborate della corruzione” di Trump nei rapporti con l’Ucraina. L’uso della parola “corruzione” non è casuale: “corruzione” è uno dei crimini che la Costituzione cita come “offesa invalicabile”, un’accusa codificata negli articoli di impeachment.

DA QUID PRO QUO, A CORRUZIONE

Quando durante la sua consueta conferenza stampa settimanale Nancy Pelosi, riferendosi alla telefonata di Trump a Zelensky, ha detto “ciò che il Presidente ha ammesso e dice essere perfetto, io dico che è perfettamente sbagliato. È corruzione “, la sala stampa è sobbalzata. Pelosi ha continuato: “La corruzione sta nel concedere o trattenere l’assistenza militare in cambio di una dichiarazione pubblica su una falsa indagine sulle elezioni. È corruzione”.

Non si usa casualmente questa parola nel bel mezzo di un impeachment. Andando nel tecnico, stando all’articolo II, sezione 4: “Il Presidente, il Vice Presidente e tutti gli Ufficiali civili degli Stati Uniti, possono essere rimossi dall’Ufficio tramite l’impeachment e la condanna di tradimento, di corruzione o di altri alti crimini e delitti”. Quest uso del termine corruzione anziché l’ormai famoso quid pro quo, sta a indicare che i Democratici hanno cominciato a formalizzare le accuse.

Non solo: entrati in questa fase di udienze pubbliche, il cui scopo principale è quello di portare l’opinione pubblica dalla loro, smettere di chiamare ciò che Trump ha fatto “scambio di favori” e usare il termine giuridico per un crimine, contribuisce alla loro strategia. Sul quid pro quo si può anche passar sopra, ma il tentativo di corruzione fa tutto un altro effetto.

Pelosi nella conferenza stampa ha anche dimostrato ancora una volta di non voler perdere neanche un’occasione per innervosire The Donald. Parlando di Trump ha usato il termine “exculpatory”, a discarico, e poi guardando in camera ha spiegato: “Mr President, exculpatory significa qualcosa che prova la sua innocenza”. Poi ha continuato a parlare come se niente fosse.

NUOVI TESTIMONI CONTRO TRUMP

La telefonata fra Trump e Gordon Sondland ha un nuovo testimone, un funzionario del Dipartimento di Stato di Kiev di nome Suriya Jayanti. Si tratta della telefonata avvenuta in un ristorante dove Sondland stava cenando con un membro dello staff di Bill Taylor, il principale diplomatico degli Stati Uniti in Ucraina che ha testimoniato pubblicamente mercoledì. Durante quello scambio telefonico Trump strillava talmente che era possibile sentirlo. I due hanno parlato senza mezzi termini dell’indagine che gli ucraini avrebbero dovuto fare per screditare Biden.

Ora, oltre alla testimonianza del membro dello staff di Taylor che ha sentito tutto, si aggiunge anche quella del funzionario del Dipartimento di Stato e Sondland stesso è pronto a testimoniare pubblicamente la prossima settimana. La testimonianza di Sondland sarà una delle più interessanti. Sondland non è un diplomatico di antico lignaggio, fino all’avvento di Trump si occupava di alberghi, come fondatore e Ceo della catena Provenance Hotels, che vanta 19 hotel in tutto il Paese.

Durante le elezioni del 2016, Sondland aveva cospicuamente donato alla campagna presidenziale di Jeb Bush, suo candidato di fiducia, ed era stato più volte estremamente critico nei confronti di Trump. Dopo che Trump ha vinto le primarie Sondland ha cambiato idea, e da assiduo donatore del Comitato Nazionale Repubblicano, si è unito a Trump e all’operazione finanziaria congiunta della RNC. Per la cerimonia di insediamento di Trump Sondland ha versato un milione di dollari. In cambio è diventato ambasciatore americano all’Unione Europea.

LA TESTIMONIANZA DI OGGI DI MARIE YOVANOVITCH

Oggi si torna alle udienze pubbliche ed è la volta di Marie Yovanovitch, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina. Yovanovitch parlerà della campagna di discredito nei suoi confronti guidata da Rudy Giuliani, avvocato personale di Trump, che l’ha portata all’improvviso allontanamento dall’Ucraina, e dei rischi geopolitici dell’approccio di Trump alla politica estera.

Oltre a ciò i Democratici sperano che Yovanovitch, diplomatica che ha servito sotto sei presidenti di entrambi i partiti, offra al pubblico una storia umana sia avvincente che drammatica riguardo il modo in cui Trump si rapporta ai diplomatici americani nel perseguimento dei propri obiettivi.