9º GIORNO DAL VOTO DELLA CAMERA SULLA RICHIESTA DI IMPEACHMENT

Si alza il sipario sull’investigazione sull’impeachment, che oggi comincia nella sua veste pubblica e mediatica: in diretta Tv.

Si comincia alle 10 locali, le 16 in Italia, e si vedrà come la televisione influenza il modo in cui il pubblico, così come gli investigatori stessi, pensano a questo processo, che nel caso estremo potrà portare all’allontanamento di Trump dalla Casa Bianca.

CHI VA IN AULA OGGI

Oggi, per la prima di questa serie di udienze pubbliche, saranno sentiti Bill Taylor, il massimo diplomatico americano in Ucraina, e George Kent, alto funzionario del Dipartimento di Stato incaricato della politica americana in Ucraina.

Taylor, durante la sua audizione a porte chiuse, è stato un testimone straordinario per i Democratici: ha infatti descritto in termini vividi come l’amministrazione Trump abbia usato gli aiuti militari destinati all’Ucraina per cercare di costringere quel governo a indagare su Joe Biden.

Dal canto suo, Kent ha definito la spinta dell’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani, a indagare su Biden come “dannosa per lo stato di diritto”.

COME SI SVOLGERÀ

L’udienza si terrà davanti al Comitato di intelligence della Camera e sarà condotta dal suo presidente democratico, Adam Schiff, come dal suo omologo repubblicano, Devin Nunes. Sarà divisa in segmenti di 45 minuti ciascuno, in cui si alterneranno Schiff e Nunes.

I rappresentanti di entrambi i partiti si sono chiusi per tutta la giornata di ieri in due aule bunker, per prepararsi all’audizione come a un incontro di pugilato. L’udienza di oggi sarà la prima prova di come il moderno ambiente mediatico gestisce la visione pubblica dell’impeachment. Dall’epoca di Nixon, ma anche da quella di Clinton, in termini di comunicazione sono passate ere geologiche.

UN EVENTO MEDIATICO COLLETTIVO NELL’EPOCA DEI CONTENUTI ON DEMAND

James Poniewozik, critico televisivo del New York Times, ha sottolineato che ciò che distingue la televisione è la serialità. L’impeachment è un dramma che si svolge in episodi, che hanno dei temi e un arco narrativo. Nelle udienze del Watergate, i Democratici avevano suddiviso l’indagine in tre parti, come i tre atti di un’opera teatrale. I personaggi emergono. Ci sono eroi e figure drammatiche in rilievo, antieroi e antagonisti, figure ed eventi che è possibile vedere evolversi giorno dopo giorno.

La differenza con Nixon, in termini mediatici, è che il Watergate si è svolto all’epoca dei mass media. Negli anni ’70 negli Usa, oltre al canale pubblico Pbs c’erano solo tre reti televisive commerciali, il che significava che tutto ciò che andava in onda doveva parlare a un pubblico di decine di milioni di persone alla volta. Poi è avvenuto l’impeachment di Clinton, che è comunque arrivato in un’era pre Netflix e pre contenuti on demand, e anche lì si è trattato di un’ esperienza mediatica comune e simultanea.

Questo impeachment, invece, sarà seguito da alcuni in diretta in TV, da altri in rete a tarda notte e da altri ancora attraverso i feed sui social media. La frammentazione di questa esperienza di vita pubblica porta al fatto che non tutti staranno guardando esattamente e simultaneamente lo stesso spettacolo.

Nel caso in cui le audizioni pubbliche si rivelassero niente più che una lettura drammatizzata di ciò che è già uscito sulla stampa, il fulcro non sarà più ciò che ha davvero fatto Trump, ma che giudizio morale gli va dato. Così com’era accaduto per Clinton.