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L’impiccione/12. Attaccare la prassi, non il contenuto

L’impiccione/12. Attaccare la prassi, non il contenutoNella foto Trump con il procuratore generale William Barr

Impeachment Dodicesima tappa della rubrica online «L'Impiccione». Che succede al Gop?

Pubblicato quasi 5 anni fa

28° GIORNO DALL’APERTITA DELL’INDAGINE PER L’IMPEACHEMENT

Gli investigatori dell’impeachment si sono presi una pausa dalle interviste con i testimoni per onorare il deputato afroamericano Elijah Cummings morto il 17 ottobre. Ma se la Camera si è fermata, non così il Senato, dove i Repubblicani hanno presentato una risoluzione di condanna delle indagini sull’impeachment.

LA STRATEGIA MOMENTANEA DEL GOP

La risoluzione accusa i Democratici di condurre un’indagine ingiusta e segreta, progettata con il solo fine di mettere in imbarazzo il presidente senza dargli la possibilità di difendersi. Durante una conferenza stampa, il senatore Lindsey Graham si è spinto anche oltre, definendo il processo di indagine sull’impeachment “pericoloso per il futuro della presidenza”. Per poi bilanciare specificando: “non sono qui per dirvi che Donald Trump non ha fatto nulla di male, ma che la Camera deve cambiare rotta sul processo”.

Questa mossa di attaccare la prassi e non il contenuto sembra essere al momento la strategia del Gop, un po’ come dire che il problema non è ciò che stanno scoprendo quanto piuttosto i modi.

Che il Gop debba avere una strategia è oltre che normale anche auspicabile, ma al momento paiono esserci solo contromosse di limitazione del danno. Questo sembra comunque bastare a Trump, che ha elogiato i deputati repubblicani per la loro protesta di mercoledì, quando hanno occupato le sale riservate e monitorate del Campidoglio dove si stava tenendo un’audizione per le indagini sull’impeachment.

The Donald si è complimentato con un tweet con il Gop e ha ringraziato tutti per essere stati “duri, intelligenti, comprensivi nei dettagli della più grande caccia alle streghe nella storia americana”, anche se l’audizione alla fine è stata solo rallentata dal blitz repubblicano e tutta l’occupazione più che un problema è risultata un fastidio.

IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USATO COME ARMA PERSONALE

Un’altra mossa strategica sembra essere quella di assicurare a Trump una vittoria in tema di credibilità, questo compito se l’è assunto il Dipartimento di Giustizia decidendo di aprire un’indagine penale sulle indagini in Russia. Per più di due anni, Trump ha attaccato l’inchiesta sul Russiagate, definita come una bufala illegale, anche mesi dopo la chiusura del consiglio speciale. Ora il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine penale su come tutto è iniziato.

La mossa conferisce al procuratore che gestisce l’indagine, John Durham, il potere di chiedere delle testimonianze, di convocare una giuria e di presentare accuse penali. L’apertura di un’indagine penale probabilmente susciterà allarme e il dubbio che Trump voglia usare il Dipartimento di Giustizia per inseguire quelli che percepisce come i suoi nemici.

CANCELLATI GLI ABBONAMENTI AI QUOTIDIANI

Nemici percepiti lo sono decisamente il New York Times e il Washington Post, due quotidiani che il presidente non ha mai apprezzato, tanto da cancellare gli abbonamenti della Casa Bianca: i funzionari hanno infatti annunciato che copie del Washington Post e del New York Times non saranno più consegnate nella West Wing. L’amministrazione si sta anche muovendo per costringere altre agenzie federali a porre fine ai loro abbonamenti ai quotidiani incriminati.

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