La sua bellezza in boccio non rivela ancora il fiore che sarà domani : teen ager di consapevole, lolitica seduzione, nelle mises calcolate tra ammicchi infantili di fiocchetti-bottoncino e slanci sexy di stivaloni neri a due dita di coscia dalla superminigonna di bimba, Lili-Rose Depp è oggi un rimbalzo continuo di somiglianza fisica con i genitori famosi. Dalla madre, Vanessa Paradis, di cui nelle apparizioni a due sembra la sorella minore, ha preso la stessa fronte bombée, la fine, sensuale silhouette, la grazia di ballerina adolescente e il modo di succhiar le lettere ‘t’ e ‘c’ quando parla in francese. Il padre, Johnny Depp, le ha passato lo charme del broncio, il côté ‘figo’ (e lo stesso agente, il più potente in Usa). «Una choupette», l’ha definita Karl Lagerfeld, prestandole il nome della sua celebre gatta bianca. Lo stilista, che le ha di recente regalato un gattone simile alla sua Choupette, la conosce da quando, bambina dalle virtù «d’una Mary Pickford o d’una Greta Garbo giovane», accompagnava la madre negli Studi, molto prima d’imporsi, a sua volta, come neo-musa Chanel.

Incrocio dei contrari, risoluta ma timida, spontanea ma sotto controllo, tenero gioiello parigino su solido piedestallo americano, 19 anni lo scorso 27 giugno, Lily-Rose con un sorriso luminoso sente di doversi quasi scusare: « Sono dei Gemelli … ».

Agiatamente adagiata sull’amaca cinema-moda, tra Francia e America (dove ora sta per stabilirsi in un pied-à-terre newyorchese da un milione di dollari), da un paio d’anni sulla scia materna della moda, fino a incarnare a soli 17 anni il leggendario N° 5, profumo di star navigate come Ali McGraw, Catherine Deneuve, Carole Bouquet, Nicole Kidman, la più invidiata delle giovanissime «figlie di» ha tuttavia cominciato tardi nel cinema (in quanto « figlia di »), esordendo a 15 anni in un paio di film di Kevin Smith (nel secondo, Yoga Hosers, l’ha circondata l’intera famiglia, padre, madre e fratellino Jack). Ritardo subito recuperato, bruciando le tappe. Due film a 17 anni: Planetarium, in coppia con Natalie Portman, fuori concorso a Venezia e, in concorso a Cannes, La Danseuse, con lei, nascente Isadora Duncan, nominata poi ai Prix Lumières e ai César come ‘meilleur espoir’ e celebrata ai Rendez-vous di Unifrance a Parigi.

In questa stagione, addirittura tre film, tra cui, appena uscito in Francia dopo aver aperto in bellezza il 10° Festival Les Arcs, L’homme fidèle di e con Louis Garrel, a fianco di Laetitia Casta, su sceneggiatura esemplare di Jean-Claude Carrière, premiata a San Sebastian. Sì, il suo visetto di porcellana dichiara 19 anni, ma il suo cine-curriculum, 7 film in nemmeno 4 anni, è già di veterana. Lei sorride e fa crocchiare le dita, una a una, come la medium del suo Planetarium.

Lili-Rose, partiamo da ieri, che per lei, a distanza ravvicinata, è anche l’oggi : attrice, perché ?
Non è perché son ‘figlia di’. L’ho voluto io. Mi piace recitare. Ho la fortuna d’essere d’una generazione che si sente bene nella propria pelle : che sa di poter ottenere quel che desidera, qualsiasi cosa ci passi per la testa. Basta semplicemente essere quel che si è : al meglio di sé.

Filosofia Instagram ?
È il mio personale palcoscenico da quando ho 15 anni : oggi ho più di 3 milioni di followers ! Vi posto le foto delle mie giornate, anche quelle bizzarre. Non mi piace esser ridotta al mio fisico di ragazzina esile e carina. Esprimendomi pubblicamente, voglio mostrare quel che sono : niente richiami sexy, secondo il binomio corrente adolescenti/social, ma il piacere di restituirmi nell’immdiatezza della mia età, dei miei gusti, l’adorato rosa, le paillettes, i peluches…

Eppure, l’osé fiocca nei fotoservizi, su Vogue Russia o CR Fashion Book. Esibizionismo, sia pure discreto, d’obbligo in un personaggio pubblico ?
Non sono io quella che vedete nei media. È vero che su Instagram svelo di tanto in tanto qualcosa di me. Ma non farò certo del topless il mio marchio di fabbrica … Se mi metto talora a nudo è solo per affermarmi come donna. E, soprattutto, per rassicurare quanti mi trovano troppo magra.

Il ricordo, e l’incubo, dell’anoressia ?
Quante volte su Instagram mi sono imbattuta, con tristezza, in commenti tipo ‘Non mangia’, ‘È anoressica’. Sì, lo sono stata, più giovane : è stato tanto duro uscirne. Tutti quelli che si son misurati con questa malattia sanno a che punto sia difficile guarire. È da tempo che faccio di tutto per aggiungere qualche chilo : sono stata seguita e sono fiera dei risultati. Oggi mi sento finalmente riconciliata con il moi corpo. A 17 anni avevo girato una pubblicità per McDonald, per mostrare che si può restare un filo pur mangiando fast-food. Mi rattrista ora l’idea che quel messaggio possa indirizzarsi a ragazzine con il mio stesso problema.

Lei è divenuta a 17 anni anche l’immagine del n° 5 di Chanel, in uno spot centrato sui ‘millennials’, i figli, come lei, di fine secolo. Che cos’ha provato ?
Un certo orgoglio, ma anche il disagio di vedermi assimilata a questa generazione : perché ho sempre avuto un’intesa migliore con persone più adulte. Le mie amiche, e anche la maggior parte di quelli con cui m’accompagno, hanno almeno 25 anni. Sono sempre stata più vecchia della mia età! Quello spot gioca sulle contraddizioni della nuova generazione : sola e protetta, disinibita ma misteriosa …

Lei e i suoi oltre 3 milioni di followers ?
Esattamente. C’è il mio ‘personaggio pubblico’, che lavora, si fa fotografare, partecipa a festival. Ma nel quotidiano ho una vita assai riservata. Quando sono ‘off’, non vado in discoteca, me ne sto chiusa in casa, a guardare film, a cucinare : sono un’ottima cuoca ! Il mio Instagram dà forse agli altri l’impressione di conoscermi. Ma io sono diversa.

Esistono dunque due Lili-Rose?
Dipende anche dalla mia infanzia. Son nata a Parigi, ma cresciuta in California. Oggi adoro dividermi tra due mondi, Europa e America, e tra due vite, pubblica e privata. Mi piace il contatto con gli altri, ma non potrei mai mettere in pubblico su Instagram la mia quotidianità. A Los Angeles ho vissuto anni d’oro, ma assai controllati, protetti : i miei genitori, molto rispettosi della mia vita privata, mi hanno sempre tenuta lontana dallo show business e dall’effervescenza mediatica. Non hanno mai voluto che mi vedessero e mi riprendessero bambina. Questo m’è restato dentro.

Com’è nata la voglia di recitare ?
Da bambina volevo diventare principessa, spia, ballerina, attrice, modella, pittrice…tutto. Attrice è un modo di essere tutto. È per questo che mi piace: quando recito, posso liberarmi, allontanare problemi e pensieri. Recitare è dimenticarsi. Non sono più io, è un’altra.

Ha modelli, attrici di riferimento ?
Isabelle Huppert, Sharon Stone in Casinò, Julianne Moore, Lupita Nyong’o (che ho visto al Festival di Toronto, ma non ho osato avvicinarla : sono timida). E, naturalmente, mia madre ! Ma non desidero essere come loro né come nessuna : voglio essere come sono io.