Una cauzione di 10mila euro, il ritiro del passaporto e l’obbligo di firma una volta la settimana: questi i provvedimenti decisi dal giudice maltese Joe Mifsud nella prima udienza tenutasi al Tribunale de La Valletta contro Claus Peter Reisch, il comandante di nazionalità tedesca della nave Lifeline attraccata il 27 giugno a Malta dopo essere stata bloccata per 8 giorni in mare aperto, con 234 migranti a bordo salvati al largo delle coste libiche. Bloccata a causa del rifiuto dell’Italia, della Francia e, in un primo momento, della stessa Malta ad autorizzare lo sbarco in un porto sicuro. Poi, appena arrivata nel porto, la Lifeline è stata di fatto sequestrata e arrestato il comandante della nave, che porta lo stesso nome dell’ong tedesca.

«Siamo di fronte a una vicenda inaudita, di vere e proprie violazioni dei diritti di un cittadino. Fino all’udienza di stamattina, per 4 giorni Reisch è stato trattenuto a bordo della nave (non “in galera” come qualcuno ha scritto) senza che gli venisse notificato alcun capo d’imputazione». Ad affermarlo con nettezza è l’avvocato Daniel Amato, professore universitario di diritto dell’Unione europea, presente all’udienza assieme al collega Corrado Giuliano, specializzato in diritto dell’immigrazione e da decenni, col suo studio associato di Siracusa, protagonista in Sicilia di battaglie legali e civili a fianco di Legambiente e di altre associazioni. I due avvocati – che abbiamo raggiunto telefonicamente – fanno parte in qualità di consulenti del collegio difensivo assieme a due colleghi maltesi.

«In attesa della prossima udienza di giovedì 5 luglio – ci ha informati Amato – stiamo contestando in via extragiudiziale le violazioni perpetrate nei confronti del comandante della nave, chiedendo l’intervento della Commissione europea per i Diritti dell’uomo. Inoltre, all’udienza, su nostro invito è stata presente come osservatrice il primo segretario di legazione dell’ambasciata tedesca a Malta».

Cittadini tedeschi, oltre a Claus Peter Reisch, sono tutti i componenti dell’equipaggio della Lifeline, che fuori dal palazzo del tribunale hanno manifestato esponendo striscioni con cui hanno rivendicato che salvare vite in mare non è un reato. Assieme a loro i volontari di un’altra nave, una delle imbarcazioni dell’ong Sea Watch, a sua volta sottoposta a fermo da parte delle autorità maltesi. Altra decisione, a quanto pare, attuata senza fornire alcuna motivazione tecnico-legale, come ha immediatamente denunziato il capitano della Sea Watch, Pia Kemp, che sui social ha scritto: «Mentre ci viene impedito di lasciare il porto di La Valletta, la gente sta annegando. Ulteriori morti in mare sono sul conto di coloro che impediscono il salvataggio».

Commenta, l’avvocato Giuliano: «Sulla vita dei migranti si sta giocando un bruttissimo scontro politico. Lo abbiamo percepito anche durante questa prima udienza sulla vicenda Lifeline, dove i magistrati maltesi hanno più volte ripetuto il nome di Salvini come infastiditi. Il rischio è che si faccia a gara nel mostrare i muscoli. I provvedimenti contro il comandante Reisch sono molto punitivi rispetto a un’indagine condotta in modo superficiale. L’unica notifica che ha ricevuto prima dell’udienza è stata quella con cui lo si è invitato a presentarsi alle 10 di mattina nell’ufficio di polizia e alle 11 in tribunale. Siamo andati con lui e abbiamo chiesto e ottenuto che ad accompagnarlo all’udienza fossimo noi, i suoi avvocati, e non gli agenti».

L’avvocato Daniel Amato aggiunge: «Ricordo che al comandate della Lifeline si addebita di aver violato il cosiddetto “principio d’ispezione di bandiera” in quanto la nave, che batte bandiera olandese, non risulta iscritta nel registro delle navi commerciali olandesi. È iscritta però nel registro delle navi da diporto. Insomma, si è ingigantita la questione cercando pretesti che giustificassero il sequestro della nave. Sequestro per noi illegittimo perché, in base a quanto disposto da convenzioni internazionali e direttive in materia del Parlamento europeo, non ci sono indizi che la Lifeline sia una nave battente bandiera di comodo».