Beirut ieri ha reagito all’affondo del ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman che due giorni fa aveva accusato le Forze armate libanesi di essere divenute «parte integrante del movimento sciita Hezbollah». Parole che avevano toccato un nervo scoperto in Libano dove l’esercito, malgrado la povertà di mezzi e risorse, è emerso negli ultimi anni come un pilastro della coesione nazionale in un Paese da anni spaccato tra i sostenitori del “fronte della resistenza”, quindi di Hezbollah e dell’alleanza con Siria e Iran, e coloro che al contrario invocano una stretta collaborazione con gli Stati Uniti, la Francia e il resto dell’Occidente. «Il Libano farà fronte a ogni aggressione israeliana…Ci opponiamo ad ogni attacco contro la nostra sovranità, specialmente da parte di Israele e del terrorismo (jihadista, ndr)», ha protestato il ministro della difesa libanese, Yaacoub Sarraf che nelle parole di Lieberman ha letto una minaccia rivolta alle forze armate del suo Paese. Leader politici e comandanti militari israeliani di recente hanno avvertito che in caso di un nuovo conflitto ordineranno di colpire ovunque in Libano, quindi anche le Forze armate lasciate fuori dal conflitto del 2006.

Sarraf ha condannato inoltre le ripetute violazioni dello spazio aereo nazionale da parte dell’aviazione israeliana durante i raid che compie contro obiettivi in Siria o in missioni di ricognizione. Beirut il mese scorso aveva minacciato di rivolgersi all’Onu per ottenere una condanna formale di Israele. Minaccia alla quale Tel Aviv aveva reagito ordinando ai suoi piloti, in un paio di occasioni, di sorvolare le città meridionali libanesi a bassa quota. I giornali libanesi hanno riferito di scene di panico tra le popolazioni locali.

Lieberman, parlando due giorni fa a un gruppo di soldati al ministero della difesa, ha descritto la prossima guerra che Israele combatterà come un conflitto su «due fronti, al nord e al sud…ci saranno al nord gli Hezbollah e al sud Gaza», ha spiegato riferendosi al movimento islamico Hamas che controlla la Striscia di Gaza. «Non ci sono più guerre su un fronte solo. Questa – ha aggiunto – è la nostra considerazione di base. E questo è ciò a cui ci prepariamo militarmente…Se un tempo parlavamo del fronte libanese, questo non c’è più. Ma ce ne sarà uno unico di Siria e Libano insieme». Una nuova guerra è sempre più vicina ha fatto capire Lieberman evidenziando che «la realtà è fragile» e che può cambiare da un momento all’altro. Dall’altra parte del confine sono convinti che Israele si stia preparando ad uno scontro ampio, volto a colpire prima di tutto l’Iran o almeno la sua presenza in Siria. Ad inizio ottobre era stato il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ad ammonire Israele dal pianificare un nuovo conflitto. «L’attuale governo israeliano, presieduto da Netanyahu, conduce i suoi cittadini a morte e distruzione», aveva avvertito Nasrallah. «Posso affermare che (gli israeliani, ndr) non hanno un’idea precisa di ciò che li attende se intraprenderanno questa stupida guerra».