Sono giorni agitati quelli che trascorrono alle acciaierie di Terni. Giorni in cui, al complesso travaglio connesso alla vendita del sito industriale tornato in possesso della multinazionale tedesca ThyssenKrupp dopo essere transitato per le mani del colosso finlandese Outokumpu, si è aggiunta una nuova preoccupazione. Per i lavoratori addetti alle pulizie dei forni e ad altri delicati snodi del processo produttivo siderurgico, che la mattina dell’8 gennaio si sono incatenati davanti ai cancelli della fabbrica, è arrivato il licenziamento. Il 23 dicembre 2013, al consueto ingresso in fabbrica, 13 dei 24 dipendenti della ditta veneta Rigato, titolare del servizio di pulizie industriali nel sito di Terni, si sono trovati il badge smagnetizzato. Per loro i cancelli sono rimasti chiusi. La nuova gara di appalto, ultimata da alcuni mesi, stabilisce che la Rigato, dal 1 gennaio 2014, non è più la titolare del servizio di pulizie. Al suo posto la Iosa, che si è presentata rendendo subito noto di non voler garantire il mantenimento di tutti gli occupati nonostante l’art. 4 del contratto nazionale di settore stabilisca espressamente che, in caso di subentro, la nuova titolare dell’appalto non possa diminuirne il numero. Ma si sa, nell’era delle relazioni industriali d. M. (dopo Marchionne), la deroga dal contratto è sempre meno un’eccezione.

L’impresa Iosa è però aggiudicataria delle pulizie industriali alle acciaierie di Terni solo a partire dal 2014, mentre ai lavoratori del sito ternano l’ingresso in fabbrica è stato impedito a dicembre, quando il titolare del servizio era ancora la Rigato. È dunque una strana casualità che i badge smagnetizzati siano stati proprio 13, tanti quanti i lavoratori che la Iosa, neo vincitrice dell’appalto, ha subito comunicato di non voler mantenere, così come è un mistero il modo in cui ciò sia stato possibile, dato che quei lavoratori, all’epoca dei fatti, erano dipendenti della Rigato. In attesa di nuovi sviluppi, tutti i 24 addetti alle pulizie industriali sono stati licenziati. In Prefettura il tavolo è aperto. Resta da capire quanti di loro avranno ancora un lavoro. Iosa giustifica la diminuzione degli occupati adducendo un ulteriore ribasso dell’appalto iniziale, “ma del capitolato di gara – dice a il manifesto Matteo Lattanzi della Filcams-Cgil di Terni – al momento non c’è traccia. La sola cosa certa è che questa vicenda non riguarda solo Terni e i lavoratori della Rigato, ma potrebbe costituire un pericoloso precedente di licenziamento in deroga al contratto”.