Brucia il centro sociale Grizzly di Fano, bruciano i duecento volumi della libreria popolare. Fuori, su un muro dello stabile, il disegno di una svastica e la scritta «Dux». Il rogo è stato appiccato nella notte tra sabato e domenica, nell’ex casa del custode in via Colonna, nella zona dell’aeroporto. A quanto si apprende, i responsabili dell’incendio si sarebbero introdotti dal retro della palazzina: distrutta la libreria, fuori uso l’impianto elettrico, devastati i sanitari, sfondate le tubature, con l’acqua che poi ha invaso l’intero stabile, contribuendo anche a spegnere le fiamme che, altrimenti, avrebbero letteralmente raso al suolo il centro sociale, aperto nel mese di maggio, con i ragazzi del Collettivo Klandestino che hanno riqualificato uno spazio abbandonato all’incuria da diversi anni. Il danno è enorme, i volumi custoditi nella libreria del Grizzly sono andati completamente distrutti. «Al di là del vergognoso atto vandalico di chiara matrice neonazista – si legge in una nota del Movimento Radicalsocialista – l’attacco rivela tutta la barbarie oscurantista di chi l’ha compiuto. Il vero obiettivo erano i libri, vettori di una cultura alternativa che si vorrebbe simbolicamente mettere al rogo».

Insieme ai ragazzi, nel pomeriggio di domenica, si è fatto vedere al Grizzly anche l’assessore Samuele Mascarin: «I libri bruciati puzzano sempre di fascismo», ha detto.

Parole di solidarietà sono arrivate da ogni dove, dai tanti collettivi che animano gli spazi sociali italiani fino ai 5 Stelle. I ragazzi del Collettivo Klandestino, malgrado l’incendio che li costringerà a ricominciare da capo, non si scoraggiano: «Distruggere un esperienza politica e sociale che costruisce percorsi contro la precarietà abitativa e lavorativa, che prova a fare incontrare e organizzare persone diverse che hanno bisogni comuni, un reddito, una casa e una vita dignitosa, ha un solo nome: infame e servo. La promessa è che chi pensa di distruggere l’esperienza del Grizzly e fermarci si sbaglia di grosso, qui siamo e qui restiamo. Siamo abituati a vivere tra le macerie, ricostruiremo tutto».

Seguirà, nei prossimi giorni, l’avvio di una campagna di sottoscrizione. E la lotta prosegue, come fanno notare anche gli altri centri sociali marchigiani, che nel pomeriggio di ieri hanno diffuso un comunicato congiunto: «La bellezza non si graffia. La dignità non si brucia. L’autogestione non si devasta. Ogni centro sociale è fatto da più di quattro mura, è fatto da idee, e le idee sono a prova di ogni violenza fascista. Ciò che è stato distrutto sarà ricostruito e nel farlo, saremo al fianco dei nostri compagni e delle nostre compagne di Fano». La chiamata è per sabato 18 ottobre, quando ad Ancona andrà in scena un presidio contro la manifestazione di Forza Nuova, «perché le strade sono di chi le ama e non di chi le sporca di razzismo e inutile violenza».