Mentre in Europa si continua a discutere su quanti profughi deve prendersi ogni Stato, nel Mediterraneo si torna a morire. Ieri i mezzi della Guardia costiera hanno recuperato i cadaveri di 12 migranti a 40 miglia a nord della Libia. I migranti erano a bordo di un gommone semi affondato, sul quale c’erano altre 106 persone che sono state tratte in salvo. Stando alle ricostruzioni, rese possibili dalle testimonianze dei sopravvissuti, la tragedia sarebbe avvenuta nelle prime ore del pomeriggio, quando la centrale operativa della Guardia Costiera ha ricevuto l’allarme. Nella zona dove si è verificato il naufragio sono stati inviati i pattugliatori d’altura e due motovedette partite da Lampedusa che ha trovato 4 gommoni, uno dei quali era semi affondato. Gli uomini della Guardia costiera hanno così salvato 393 persone, di cui 106 si trovavano sul gommone semi affondato, e recuperato i corpi dei 12 migranti morti. I soccorritori hanno proseguito le ricerche nella zona per verificare la presenza di altri dispersi.
A poca distanza dalla zona del naufragio, le motovedette hanno soccorso un altro gommone, con a bordo 106 persone, che sono state tutte recuperate.
Intanto ieri a Lussemburgo i ministri degli Interni dei 28 sono tornati a discutere di quote e di quanti, dei 40 mila siriani, eritrei e, a quanto pare, anche iracheni sbarcati in Italia e Grecia gli Stati dell’Unione devono accogliere nei propri territori.
«La Germania è pronta a prendere un grosso numero di richiedenti asilo, ma lo devono fare anche altri Paesi», ha detto prima dell’avvio della riunione il ministro dell’Interno tedesco Thomas De Maiziere. Lo sforzo c’è stato, ma è stato davvero minimo: 9.000 profughi anziché gli 8.763 previsti nella proposta elaborata dalla Commissione europa e bocciata nel consiglio Ue del 25 e 26 giugno.
Ancora meno farà la Slovacchia. Grazie a un accordo con Vienna, annunciato ieri a Lussemburgo dai rispettivi ministri degli Interni, Bratislava ha infatti deciso di prendere 500 profughi dall’Austria senza però impegnarsi ad offrire accoglienza per la ripartizione dei 40mila profughi da Italia e Grecia. «Cominceremo con 50 a luglio, ad agosto ne trasferiremo 200, poi in settembre altri 250 per arrivare a 500 a fine settembre. L’Austria resta responsabile del trattamento delle domande di asilo e in caso di risposta positiva saranno accolti in Austria», ha spiegato il ministro degli Interni austriaco Johanna Mikl-Leitner. «Se aiutiamo l’Austria, che è un Paese di destinazione finale – ha spiegato invece il collega slovacco Kalinak -, sappiamo che quei profughi resteranno in Slovacchia. Ma se prendiamo qualche numero dall’Italia sappiamo che scapperanno per andare in Germania, Austria o Belgio. Questo non è onesto».
Per quanto riguarda la Francia, invece, confermati i numeri previsti dalla commissione Juncker, che prevedevano l’accoglienza per 2.375 reinsediamenti di profughi attualmente nei campi in Africa e 6752 ricollocamenti. Una nuova riunione dei ministri degli Interni è prevista sempre a Lussemburgo per il 20 luglio.