Almeno 22 persone sono morte in un naufragio avvenuto lunedì al largo della Libia. A darne notizia è stata ieri da Ginevra la portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni Safa Msehli. Il gommone che si è capovolto faceva parte di un gruppo di tre imbarcazioni partite domenica dalla città costiera di Zawya con a bordo migranti provenienti soprattutto da Egitto e Marocco. Lunedì la Guardia costiera libica ha raggiunto le imbarcazioni, una delle quali si sarebbe capovolta. I militari hanno recuperato due corpi dall’acqua e 45 sopravvissuti che sono stati riportati in Libia. Dalle loro testimonianze si è calcolato il numero di quanti risultano dispersi.

«Questa nuova tragedia segnala ancora una volta la necessità di una maggiore capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo», ha commentato Msehli. «Invece stiamo assistendo a restrizioni per le ong e lunghe e inutili situazioni di stallo». Ad agosto un’imbarcazione che portava dozzine di migranti si è capovolta provocando la morte di almeno 45 persone mentre nella sola settimana compresa tra l’8 e il 13 settembre, secondo quanto riferito sempre dall’Oim, sono state 454 le persone riportate nel Paese nordafricano dalla Guardia costiera. 8.435 quelle intercettate dall’inizio dell’anno.

Un’altra tragedia dei migranti si è consumata anche nell’Egeo dove un barcone partito dalla Turchia si è rovesciato a causa delle forti raffiche di vento mentre tentava di raggiungere l’isola di Creta. Almeno tre persone, tra le quali due bambini, sono morte, mentre altri 57 migranti sono stati tratti n salvo dalla Guardia costiera greca.

In tutto questo la nave Open Arms naviga nel Mediterraneo in attesa di ricevere l’indicazione di un porto sicuro. A bordo ci sono 278 migranti tratti in salvo in tre intervento di soccorso compiuti tra l’8 e il 10 settembre. Da sette giorni la ong spagnola attende di ricevere indicazioni dall’Italia o da Malta, mentre la situazione a bordo si fa sempre più precaria. I migranti sono infatti ammassati sul ponte con pochissimo spazio per muoversi. Tra loro anche 56 minori non accompagnati, due bambini di 2 e 3 anni e 18 donne delle quali due incinte. La maggior parte di loro proviene da Egitto, Somalia e Marocco, ma anche da Libia, Sierra Leone, Costa d’Avorio Bangladesh, Senegal, Siria, Palestina, Benin e Tunisia. Domenica lo staff medico di Emergency, presente a bordo, aveva chiesto l’evacuazione di nove persone, 7 per le gravi ustioni che presentavano e per le quali erano necessario il trasferimento urgente in ospedale e due donne incinte, senza però ricevere risposta né dall’Italia né da Malta.