Un berlinese nato con un apparato genitale femminile, sentendosi psichicamente uomo si è fatto riconoscere come tale dal Comune di Berlino. Ha partorito un bambino concepito grazie a una donazione di seme e in virtù del suo stato civile maschile ha chiesto di essere riconosciuto come padre del bambino. La richiesta di una madre biologica di farsi riconoscere come padre tocca un punto delicato di un dibattito complesso e evidenzia il rischio di una confusione dove la libertà volge nel suo contrario. Il contrasto tra il sesso biologico e la percezione psichica di esso non si offre a soluzioni ottimali. Da una parte il distacco tra la realtà corporea e quella psichica, che testimonia una perturbazione del processo di soggettivazione, tende a mascherare un disinvestimento di vario grado del rapporto erotico; dall’altra il cambiamento di sesso può arginare il rischio di una desessualizzazione completa e rimettere in movimento il desiderio (e il sogno) quando altri tipi di cura di sé non sono possibili.
Non si può vivere sentendosi prigionieri del proprio corpo in nome di uno sviluppo adeguato, a volte irraggiungibile. La questione può essere inquadrata in modo appropriato pensando i limiti (che impediscono che la libertà scivoli nell’onnipotenza) alla luce della relazione di desiderio. Per quanto il godimento in entrambi i sessi è fatto della stessa materia, la sua configurazione è diversa e insatura in ognuno di essi e il suo pieno raggiungimento richiede la compenetrazione nel congiungersi tra gli amanti tra i suoi due modi differenti ma complementari di configurarsi.
L’incontro erotico mette in gioco due diverse organizzazioni del desiderio, incastrandole tra di loro senza l’obbligo di una scelta eterosessuale, della presenza concreta di un uomo e di una donna sulla scena erotica. La relazione omosessuale ottiene lo stesso risultato con una convocazione psichica del sesso mancante, con un potenziamento dell’«altro» godimento che è sempre presente dentro di noi. L’identità sessuale è definita in modo aperto nel gioco delle oscillazioni che l’incontro erotico rende possibile. Essere psichicamente uomo o donna implica la capacità di coinvolgimento nella relazione erotica. La via d’ingresso a questa relazione è privata e di conseguenza lo Stato deve accettare la definizione che il singolo soggetto dà di sé, lasciando al partner potenziale la responsabilità del consenso. L’autoassegnazione del ruolo di padre è cosa diversa perché coinvolge il figlio, un altro non ancora in grado di esprimersi, ipotecando il suo diritto di configurare liberamente il genitore come figura del desiderio.
Lo stato può stabilire l’identità del genitore biologico, quando questo è possibile, ma non ha l’autorità di decidere il genitore psichico di un bambino, la cui determinazione è impensabile al di fuori di un contratto privato di desiderio. La pretesa del transessuale berlinese che lo Stato predisponga normativamente la sua collocazione da parte del figlio è un attentato alla libertà di quest’ultimo perché infrange le leggi dell’incontro. La libertà ha senso solo nell’incontro, la libertà è incontro.