Dalle generazioni che risparmiano a quelle che spendono. Questo è un libro sui figli delle liberalizzazioni indiane, quelle che – proprio come il giornalista trentenne Hindol Sengupta – dovevano correre dal vicino per rispondere alla telefonata della fidanzata ma adesso si possono permettere di affittare un elicottero. Quelli che usciti dai bassifondi di Calcutta sono arrivati a trent’anni a partecipare alle feste più in di Lahore, dove non si vede nessuno senza occhiali da sole griffati.

[do action=”quote” autore=”Hindol Sengupta”]«Il ceto medio indiano è quello che più ha beneficiato delle liberalizzazioni e adesso deve affrontare chi non ne ha beneficiato affatto. Nell’India moderna è necessario combattere perché gli strati della società vengano ri-immaginati».[/do]

È un libro che percorre gli ultimi vent’anni di storia indiana attraverso le vite di gente comune. Racconta le aspirazioni e le difficoltà della sempre più numerosa middle class indiana. Ma soprattutto ragiona sul fatto che l’intera nazione sta lasciando indietro gli ultimi della scala sociale. La narrazione si snoda attraverso le tre città dove ha vissuto l’autore: Delhi, Mumbay e Calcutta con qualche incursione in Pakistan che aiuta il lettore a fare raffronti con una realtà allo stesso tempo vicina e diversissima.

È più un’autobiografia che uno studio sociologico, ma soprattutto ragiona sull’importanza che la classe media assumerà nell’indicare la direzione che l’India deve prendere. Adesso, secondo Sengupta, bisogna concentrarsi sui problemi locali. Se non si arriva a un punto di redistribuzione delle ricchezze, non ci sarà più modo di contenere povertà e rabbia. E la situazione indiana è spaventosa: «piccole guerriglie su tutti i fronti e la gigantesca sfida di trovare un equilibrio tra le aspirazioni sempre più elevate dei singoli e la finitezza delle risorse naturali». Una sfida che l’intero continente asiatico si troverà ben presto ad affrontare.

Hindol Sengupta
The Liberals
Harper Collins