«L’hotspot di Lampedusa esplode. Come fa il governo a non accorgersi di quello che accade sull’isola?», l’accusa è del sindaco Totò Martello. Da almeno una settimana la struttura ospita molte più persone delle 96 previste. Dalle circa 210 toccate con lo sbarco dei naufraghi dell’Open Arms, ai 182 (compresi 21 minori) contati ieri. Non dovrebbero essere così tanti e non dovrebbero rimanere più di 48 ore.

Cosa sta succedendo?
Ufficialmente nessuno lo sa perché non si può entrare nell’hotspot senza permesso del Viminale. Però una cosa l’abbiamo scoperta: nel centro c’è l’unico apparecchio per rilevare le impronte, quello che usano pure gli

isolani che vogliono chiedere il passaporto. Così è venuto fuori che l’apparecchio è rotto. I lampedusani sono costretti ad andare ad Agrigento se vogliono andare all’estero. I migranti invece, in base alle regole, non possono uscire senza che ne venga accertata l’identità, che non si può accertare perché l’apparecchio è rotto.

E quindi cosa fare?
Succede che, ancora in base alle regole, è vietato uscire dall’hotspot. Sempre in base alle regole, non li si può tenere chiusi più di 48 ore ma, di fatto, nessuno sa da quanti giorni sono lì. Se li identificano poi non li possono tenere nell’hotspot. La soluzione che applicano è farli uscire senza permesso, anche perché hanno paura che gli animi si possono esasperare e le persone finiscano per dare fuoco alla struttura, come è già successo più volte. Che poi è il motivo per cui due padiglioni sono in ristrutturazione.

Un ragazzo dell’hotspot è stato fermato per furto, Salvini ha postato: «Cosa ne penseranno i ministri del nuovo governo Pd-5 Stelle? Porti aperti per tutti?»
La totale mancanza di organizzazione, il bluff di Salvini sui porti chiusi e la gestione nulla del fenomeno viene ribaltata nella narrazione leghista. Non c’è nessun porto chiuso e nessuno si preoccupa veramente dei migranti. Si scarica il problema sull’amministrazione di Lampedusa e sulla cittadinanza. Siamo abbandonati e temo che questa sia una scelta ben precisa, così si crea il caos e poi si scarica la colpa su di noi.

Il questore di Agrigento dice: «Non c’è alcun caos sull’isola, la situazione è completamente sotto controllo».
Ho denunciato che l’altra notte un furgone della polizia ha preso fuoco. Invece di preoccuparsi per lo stato dei mezzi e la situazione, il questore dice è stata una luce posteriore accesa a innescare il cortocircuito. Una luce accesa da sola può mai mandare a fuoco un furgone? Chiediamo di tornare a far parte dell’agenda politica del governo, dal momento che l’attuale esecutivo ci ha cancellato. Lampedusa merita rispetto per quello che ha fatto e che continua a fare, esposti in prima linea sul fronte dell’accoglienza.