Un vertice di maggioranza, ieri, per rinsaldare le larghe intese e fare il punto sui prossimi mesi. Forte degli ultimi risultati – in particolare l’uscita dell’Italia dalla procedura d’infrazione e la maggiore flessibilità concessa dalla Ue – il premier Enrico Letta si sente in grado addirittura di programmare fino al prossimo semestre europeo, quando sarà l’Italia a guidare la comunità: insomma sulla durata e tenuta del governo si scommette fino al pieno 2014.
Intanto ieri Letta ha dovuto rispondere alle sollecitazioni dell’Fmi, che hanno messo in dubbio uno dei cardini di tenuta della maggioranza: ovvero l’opportunità di cancellare l’Imu sulla prima casa, massimo desiderio del Pdl. Partito che, tra l’altro, ieri è tornato a fare pressione sul governo, chiedendo (attraverso il vicepremier Angelino Alfano) che si accelerino i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese.

Tornando al Fondo monetario internazionale, per tutta la giornata ha tenuto banco il giudizio espresso da Kenneth Kang, assistant director del dipartimento europeo dell’Fmi: «L’imposta sulla prima casa andrebbe mantenuta per ragioni di equità ed efficienza – ha detto – L’Italia dovrebbe rivedere il sistema catastale per andare nella direzione di un sistema più equo e giusto. Per questo incoraggio il governo a tale riforma».
Insomma, rivedere la tassa per andare verso una maggiore equità, ma non ci si può permettere di cassarla del tutto. Letta e altri ministri hanno subito replicato. «È una questione che stiamo valutando. Certamente terremo conto dell’opinione dell’Fmi, ma l’obiettivo è trovare un consenso all’interno della coalizione», ha detto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.

Gli interventi su Imu e Iva sono «uno dei quattro obiettivi» che l’esecutivo persegue, ha spiegato Letta, e «sono tra le cose più complicate che il governo sta affrontando perché avvengono all’interno del bilancio 2013, ancora rigido e senza la nuova flessibilità» concessa dalla Ue ai paesi virtuosi nei propri conti pubblici. «La copertura per questi interventi va trovata dentro il bilancio e non è semplice», ha ammesso.

Quindi cautela, anche se ovviamente, in un gioco delle parti fenomenale, il Pdl insiste: non solo un tweet di Angelino Alfano, che chiede di pagare i debiti della Pa «subito» per «abbattere il debito pubblico e diminuire le tasse», ma anche nuove pressioni di Renato Brunetta sul fronte dell’Iva. Fuoco e fiamme anche da Daniela Santanchè, vicepresidente della Camera in stand-by, che ha invitato Saccomanni «a cercarsi una nuova maggioranza, se gli dovesse venire in mente di dare ascolto all’Fmi».

Quanto all’accelerazione del pagamento dei debiti verso le imprese, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato si è detto scettico: «Mi piacerebbe ma non so se si può fare – ha spiegato – Non è cattiva volontà: è il governo che paga. Noi abbiamo rimosso l’ostacolo, ma ora devono attivarsi tutte le varie fonti di spesa: stiamo monitorando». Letta, comunque, nel corso del vertice, ha preso tra i suoi impegni proprio quello di accelerare.

E se uno dei quattro obiettivi dei prossimi mesi, è il nodo Imu-Iva, ci sono altri tre temi delicati da affrontare. Il secondo punto della road map governativa è previsto «per l’autunno – ha spiegato lo stesso Letta – quando ci sarà la legge di stabilità che sarà centrata sullo sviluppo, sul rilancio economico, sulla capacità di ridurre le tasse, in particolare sul lavoro». Il terzo capitolo «sarà quello del semestre europeo»: «Prepareremo un programma per un rilancio dell’Europa, per un’Europa più forte», ha detto il premier in conferenza stampa, dopo il vertice. Infine, «il quarto obiettivo, che sarà il completamento delle riforme costituzionali».

Il governo ha annunciato anche un disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province: il taglio delle spese pubbliche, si sa, è tema gradito al grande pubblico. Infine ha sollecitato la maggioranza a sostenere i 7 provvedimenti in arrivo in luglio alla Camera.