L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino rischia due processi: la Procura di Roma gli ha notificato gli atti di chiusura inchiesta (che di solito precedono la richiesta di rinvio a giudizio) per la vicenda degli scontrini e per la onlus «Imagine». I pm gli contestano il peculato e il falso per aver usato la carta di credito del comune «nell’interesse suo, dei suoi congiunti e di altre persone non identificate». E’ di circa 13 mila euro la spesa per 56 cene «consumate presso ristoranti della capitale e di altre città ove si era recato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione, comunque al di fuori della funzione di rappresentanza dell’ente». Negli atti è scritto che Marino «impartiva disposizioni» alla segreteria perché compilasse i giustificativi delle spese con «indicazioni non veridiche». Nel caso della Onlus creata nel 2005 per aiuti sanitari in Sudamerica e Africa, secondo l’accusa Marino avrebbe predisposto la certificazione di compensi riferiti a prestazioni fornite da collaboratori fittizi o soggetti inesistenti: l’Inps avrebbe subito una truffa di circa 6mila euro. «Mi sono sempre mosso nel pieno rispetto della legalità, per questo continuerò a impegnarmi per Roma», dichiara Marino.