Pesante condanna per l’ex primo ministro François Fillon, giudicato per gli impieghi fittizi dei famigliari e l’appropriazione indebita di fondi pubblici: l’ex candidato dei Républicains alla presidenza della Repubblica ha preso 5 anni di carcere (di cui 3 con la condizionale), 375mila euro di multa e 10 anni di ineleggibilità, mentre la moglie Pénélope Fillon, al centro dello scandalo che aveva preceduto le presidenziali del 2017 per aver finto di lavorare all’Assemblée nationale, è stata condannata a 3 anni con la condizionale.

I Fillon, assieme all’ex supplente di François Fillon all’Assemblée nationale, Marc Joulaud, dovranno inoltre restituire i soldi intascati con frodo, più di un milione di euro. Gli avvocati degli imputati hanno subito fatto appello, che in Francia è sospensivo della pena. Il processo per gli impieghi fittizi (non solo di Pénélope ma anche dei figli della coppia, retribuiti generosamente dal parlamento grazie al padre) sarà quindi rifatto.

Gli avvocati di Fillon avevano chiesto la riapertura del dibattito, in seguito alle dichiarazioni della ex capo della Procura nazionale finanziaria (un’istituzione dedicata alla repressione dei reati finanziari), di aver subito “pressioni” dalla gerarchia giudiziaria per “accelerare” l’inchiesta, che aveva messo sotto accusa Fillon. E gli aveva fatto perdere la presidenziale del 2017, mentre i sondaggi, prima dell’esplosione dello scandalo, lo davano per vincente. Emmanuel Macron ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura di fare chiarezza sulle “pressioni” alla Procura nazionale finanziaria.