Marry Mubaiwa, 38 anni ex-modella dello Zimbabwe, è stata arrestata ad Harare il 14 dicembre su mandato della Commissione anticorruzione dello Zimbabwe (Zacc): è accusata di frode e riciclaggio, 1 milione di dollari trasferito tra ottobre 2018 e luglio 2019 in Sudafrica. Una notizia di cronaca locale se non fosse che la signora Mubaiwa è la moglie di Constantino Chiwenga, ex-capo di Stato maggiore dell’Esercito dello Zimbabwe e attuale vice-presidente della Repubblica, “l’architetto” del colpo di Stato che ha detronizzato Robert Mugabe nel 2017.

MARRY MUBAIWA avrebbe trasferito illecitamente denaro dai suoi conti correnti zimbabwani ad altri sudafricani per acquistare una proprietà immobiliare a Pretoria e due fuoristrada di lusso. Ma due giorni dopo l’arresto sono emerse nuove accuse contro di lei: avrebbe anche mentito sulla natura del contratto di matrimonio con il vice-presidente Chiwenga, il quale l’ha denunciata anche per tentato omicidio. Due settimane fa alcuni media locali speculavano sull’imminente divorzio tra la ex-modella 38enne e il marito: i due si erano sposati civilmente nel 2011 ma la signora Mubaiwa avrebbe unilateralmente effettuato una modifica del contratto di matrimonio, una sorta di «miglioramento di condizioni» previsto dalla legge, nel luglio scorso.

SUL TENTATO OMICIDIO l’accusa è grave: il 22 giugno 2019 Chiwenga è stato ricoverato d’urgenza in Sudafrica per un’operazione chirurgica ma all’arrivo a Pretoria la moglie lo avrebbe «costretto», si legge in un documento prodotto dall’avvocato di Chiwenga, a restare chiuso nello Sheraton Hotel. Il giorno successivo avrebbe impedito il ricovero del marito e se non fosse stato per la squadra che lo accompagnava questi non sarebbe stato ospedalizzato: l’8 luglio la donna avrebbe fatto visita al marito convalescente, allontanato la sicurezza e tentato di rimuovere un catetere venoso provocando un’emorragia. Sarebbe poi fuggita dalla clinica eludendo la sorveglianza. Ora resterà in custodia fino al 30 dicembre, quando scadranno i termini. Chiwenga, 63 anni, è rientrato in Zimbabwe a novembre dopo quattro mesi di ricovero in Cina per un blocco esofageo.

È una storia piccola che racconta tanto dello Zimbabwe moderno, un paese con l’età media di 19 anni ma la cui piramide del potere vede al vertice gli stessi canuti protagonisti dell’era Mugabe. In questo senso la Zacc, voluta dal presidente Emmerson Mnangagwa per dare un segnale di discontinuità col passato nella lotta alla corruzione, si trova sotto forti pressioni politiche: secondo Trasparency International la corruzione costa al Paese 1 miliardo di dollari l’anno, tantissimo considerando la grave carenza di liquidità.

CI SONO POI ALTRI DETTAGLI che, in una storia a metà tra il romanzo familiare e lo scandalo politico, possono fare la differenza: ad esempio quello che vuole la signora Loice Matanda-Moyo, moglie del ministro degli Esteri Sibusiso Moyo (ex-militare e fedelissimo del presidente Mnangagwa), a capo della commissione Zacc.

 

Il presidente Emmerson Mnangagwa in stile Mugabe al recente congresso dello Zanu-Pf (Afp)

 

Le malelingue parlano di uno scontro nell’elite al potere e non sarebbe la prima volta che uomini di peso nel partito di maggioranza si accusino a vicenda o utilizzino dei mezzucci per farsi la guerra tra di loro. Sono notizie che si mescolano con altre, anche queste solo apparentemente di contorno, riguardanti l’eredità di Robert Mugabe: il 5 dicembre 2019 è scaduto il termine entro il quale la famiglia avrebbe dovuto depositare presso l’Alta Corte di Harare una dichiarazione per registrare le proprietà dell’ex-presidente, morto a Singapore il 6 settembre scorso a 95 anni. Ufficialmente, vista l’opulenza che ha caratterizzato la sua lunga vita al potere, l’eredità non è granché: 10 milioni di dollari in contanti, quattro case, dieci automobili e tre modeste proprietà agricole. Il patrimonio sarà diviso tra la vedova Grace e i quattro figli.

I DUBBI SONO MOLTI DI PIÙ: solo la residenza di Mugabe, la Blue Roof Mansion di Kutama dove è sepolto, è un palazzo da 25 stanze, zoo privato, tenuta agricola e sistema di sicurezza radar integrato. La proprietà sarebbe del partito Zanu-PF, che ne rivendica il diritto di usufrutto. È nei dubbi che si crea la leggenda: a fine novembre il Presidente Mnangagwa aveva quantificato in 23 le sole fattorie di Mugabe, affermando che tali proprietà erano state già trasferite agli eredi.

I dubbi sull’esatta ampiezza del patrimonio dei Mugabe sono molti: una parte del patrimonio liquido di Robert Mugabe si troverebbe all’estero, in Svizzera, nelle Isole del Canale e alle Bahamas e, denuncia il sindacalista zimbabwano Makomberero Hazurivishe, altri immobili si troverebbero a Singapore, Dubai e Johannesburg.