Volete gustarvi fino in fondo il nuovo album di Paul McCartney? Fatevi un giro su Youtube e cercate una sua dichiarazione del 1963 a Mersey Sound, in cui il bassista dichiarava che sarebbe stato impossibile per lui immaginarsi dopo i quaranta anni in studio o su un palco a cantare le proprie canzoni e che lui e John, al massimo, avrebbero potuto continuare a lavorare come semplici autori. L’amaro sorriso che ci consegna questo frammento di passato ormai lontano è il viatico migliore per cogliere in tutta la sua prepotenza la magia che continua ad avvolgere il mito dei Beatles, e con esso ogni episodio della carriera di McCartney, che, lungi dal pensare ad un ritiro dalle scene, all’età di 71 anni, fa adesso uscire il suo ennesimo lavoro di inediti. New, si chiama il suo nuovo cd, ed è un titolo che nella sua innocente semplicità suona come lo squillo di tromba di un artista che, pur conscio delle proprie nobili radici, non ha mai perso la curiosità e la voglia di rinnovarsi.

E anche se il primo singolo, è una sorta di magnifico «specchietto per le allodole», con le sue affettuose citazioni musicali in odore di Penny Lane o Your Mother Should Know… Altrove invece è una celebrazione di energia a tutti livelli, con brani che mischiano pop, rock, funk e persino hip hop. C’è poi spazio anche per gioiosi acquarelli folk, come la nostalgica Early Days, e per brani più di ampio respiro, ma, lo ripetiamo, questo New sembra come l’ennesima avventura di un instancabile esploratore del suono e della melodia, un tassello che, riesce ad aggiungere ancora qualcosa ad un mosaico musicale, quello di McCartney, oramai sconfinato.
Un ritorno discografico che cade in un clima di rinnovata Beatlemania sancito da un abnorme afflusso sul mercato discografico ed editoriale di materiale dedicato ai fab four, come il nuovo capitolo di registrazioni radiofoniche dei Beatles, che segue il Live at the BBC del 1994 e che arriverà nei negozi l’11 novembre.

In questa giungla di prodotti, talvolta sonoramente inutili, vale sottolineare il primo volume dell’immensa biografia beatlesiana All These Years (tre tomi da mille pagine ciascuno): intitolato Tune In (Little Brown, pp.946, £30), opera di Mark Lewishon, musicologo già autore di numerosi libri sui fab four tra cui Otto anni ad Abbey Road, in cui si ricostruivano meticolosamente tutte le session di registrazione del quartetto. Tune in, uscito il 10 Ottobre, e per ora disponibile solo in lingua inglese, si concentra sugli anni dal 1940 al 1962, ricostruendo le storie familiari dei quattro musicisti e poi concentrandosi, con una dovizia di particolari davvero sorprendente, sugli esordi pre-discografici dei «nostri», avvalendosi di interviste e documenti esclusivi e riuscendo incredibilmente a fare luce anche su episodi rimasti oscuri in tutti questi anni. Di scorrevole lettura, piena di ironia, All These Years si preannuncia come la biografia definitiva sui Beatles, probabilmente ancor più della Anthology che, in quanto prodotto ufficiale, aveva il difetto di mostrare ancora troppe reticenze e censure riguardo alle varie