Il fungo atomico deflagra sul grigio candore notturno della neve artificiale che ammanta una declivio a Lavarone, Trentino, Alpe Cimbra. Si tratta di una proiezione estrema, gelida e ardente, un ossimoro visionario, del film The Bomb di Smiriti Keshari e Eric Schlosser, montaggio spaventoso di radioattive immagini di repertorio musicate con crudeli armonie da The Acid.

Comincia con questa visione Level One, un festival al suo prezioso esordio svoltosi tra Lavarone, Luserna e Folgaria dal 7 al 9 dicembre, un evento per discutere ancora una volta sulle corrispondenze tra videogioco e cinema. Tre giorni di proiezioni e discussioni tra esperti, per “giocare” con le affinità elettive delle due forme d’arte novelle e sconfinare da una all’altra confermando che anche il cinema può essere interattivo, non solo per chi lo realizza, ma se lo si guarda giocando con lo sguardo, controllando l’immagine come un videogame si controlla con le mani e viceversa, perché un gioco si può anche guardare come un film, cedendo alla visione, dirigendola, alimentandola.

Si è vista quella rigorosa, cupa versione filmica italiana delle imprese dello Snake creato da Hideo Kojima, geniale inventore di un nuovo cinema numerico e videogiocoso, che è Metal Gear Solid Philantropy di Giacomo Talamini: 12 minuti tesissimi che restituiscono la suspense e la disperazione, l’impegno politico e la filosofia di Kojima, risultando meraviglianti in maniera quasi dolorosa per l’appassionato della serie videoludica estinta da Konami.

E’ stato inoltre proiettato il vertiginoso, implacabile Ride, mortale discesa ciclistica di Jacopo Rondinelli, che non ammicca ai videogiochi ma ambisce alla loro estetica più ipercinetica per adattarla al cinema con naturalezza, catturandoci attraverso l’empatia per i personaggi di un teatro della crudeltà, cinema puro ( e puro gioco sul e con il set) che rimanda alle suggestioni horror-sociali di Society di Brian Yuzna o all’orrore vero e dissimulato dallo spettacolo dei reality show, ritmando una spietata lotta alla sopravvivenza con la spericolatezza visionaria del videogame agonistico e non solo.

Festival non solo della visione ma della parola, Level One ha ospitato lunghe discussioni tematiche alle quali hanno tra gli altri partecipato lo scrittore Giorgio Catania, Luca Ferrario della Trentino Film Commission, il critico e inventore del Vigamus Marco Accordi Rickards, Delfina Santoro del Gamefication Lab Sapienza, il regista di Mine e produttore di Ride Fabio Guaglione e Andrea Dresseno dell’Archivio Videoludico di Bologna, Marco Savini di Big Rock e Gerardo Verna di Trinity Team, responsabile di Slaps and Beans, videogame indie sulle imprese a base di schiaffi e fagioli di Terence Hill e Bud Spencer.

Diretto da Renzo Carbonera, Level One è un festival germinale, che ambisce ad espandersi e diventare un tappeto sul quale il Cinema e Il Videogioco possano dialogare con passione, assecondando una lunga, amorosa attrazione fatale.