«L’accesso al cibo è un diritto umano fondamentale». È il Parlamento europeo la prima istituzione internazionale a rispondere all’appello lanciato dalla Carta di Milano, che dell’Expo – inaugurato ieri sera a Milano con il concerto in piazza Duomo e che stamattina apre i battenti – dovrebbe diventarne l’«eredità».

Lo fa con una risoluzione presentata dall’europarlamentare del Pd, Paolo De Castro, approvata a larga maggioranza (460 si, 126 no 20 astenuti ) dall’Aula in seduta plenaria. Sembra una banalità ma nel documento si sottolinea che, malgrado l’evidenza del diritto degli uomini ad una sana e corretta alimentazione, eppure perfino «nell’Unione europea esistono ancora aree di insicurezza alimentare».

Problema per far fronte al quale, l’Europa deve «incoraggiare pratiche agronomiche più efficienti e una gestione delle risorse agricole più sostenibile, aumentare la trasparenza e l’equità nella catena di approvvigionamento alimentare, promuovere un utilizzo razionale delle scarse risorse e investire di più nella ricerca, in modo da aumentare la resa riducendo l’impatto ambientale».

Strasburgo ha poi invitato la Commissione Ue a «incoraggiare gli Stati membri a prendere provvedimenti contro lo spreco di cibo a tutti i livelli della catena di approvvigionamento» e a «focalizzarsi sulle campagne educative, designare il 2016 come Anno europeo contro lo spreco alimentare e promuovere più efficacemente il cibo salutare e uno stile di vita sano».

Un accento particolare è stato posto anche sul problema dell’obesità, soprattutto giovanile (di cui è maggior responsabile il trash food, alla Mc Donald’s, per capirci, uno degli sponsor dell’Expo), e sul fenomeno del «land grabbind», la pratica di acquisire o affittare su larga scala terreni agricoli in Paesi in via di sviluppo per produrre biocarburanti (altra pratica delle multinazionali che affama milioni di persone).