«Non possiamo non dare i contributi all’Unione Europea altrimenti si avvierebbero procedure e negoziati simili a quelli che l’Inghilterra sta conducendo per la Brexit» afferma Massimo Paolucci, europarlamentare europeo (Mdp), in riferimento alle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio ribadite ieri anche da Salvini. L’europarlamentare del gruppo socialista la ritiene una minaccia con la pistola caricata a salve: «L’obbligo di contribuire discende dai Trattati. Saremmo sanzionati dalla Corte. Ulteriore danno sarebbe quello di non ricevere indietro in caso di mancata contribuzione i fondi di coesione, per l’agricoltura e per la ricerca», prosegue Paolucci.

«Questo dei contributi mi sembra sia un modo per distrarre l’opinione pubblica dal fatto che il nostro governo non ha una vera strategia politica per i migranti. Il vero bersaglio della polemica dovrebbero essere i principali alleati della Lega e dei 5 stelle. Ossia il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il primo ministro ungherese Orban» sostiene l’europarlamentare. L’incontro a dodici di ieri tra gli sherpa dei ministeri degli esteri europei sulla questione del ricollocamento dei migranti si è tradotto in un nulla di fatto. Il portavoce della Commissione Alexander Winterstein ha dichiarato: «Le minacce non sono d’aiuto e non aiuteranno a trovare una soluzione». E ha poi ammonito il nostro paese: «Gli Stati membri hanno sempre pagato il contributo al bilancio dell’Ue. C’è un chiaro obbligo legale che i paesi dell’Unione hanno sempre rispettato».

Il cancelliere Sebastian Kurz presunto alleato di Matteo Salvini nella battaglia contro l’Europa ha fatto sapere di dare poco conto alle minacce italiane : «Nn sopravvaluterei la questione, non credo ci si arriverà» ha dichiarato ieri. «Mi ricordo Pietro Ingrao parlare di immigrazione già alla fine degli anni settanta. Disse che prima o poi i diseredati del Sud della terra sarebbero tracimati e che non sarebbero bastati i muri e i fili spinati per fermarli. La responsabilità in questa fase è anche dell’Europa ma l’Italia senza la Ue si troverebbe da sola ad affrontare un fenomeno oltre la sua portata» conclude Paolucci.