Letta: «L’Europa vale la battaglia». Ma per i suoi è uno spettro
Ritorni L'ex premier riappare in pubblico per la prima volta dopo la sua defenestrazione dal governo
Ritorni L'ex premier riappare in pubblico per la prima volta dopo la sua defenestrazione dal governo
Sul suo futuro non dice niente, tranne che, «l’Unione europea vale la battaglia». Non parla di sé, ma forse un po’ sì. Ieri l’ex premier Enrico Letta è tornato a parlare in pubblico, per la prima volta dopo la sua defenestrazione dal governo. In contemporanea, nella stessa città – Roma – lo spettro di quella defenestrazione aleggiava nella convention della minoranza Pd, che ha partecipato attivamente al meccanismo che ha portato in pochi giorni Renzi alla guida del governo. Una storia su cui l’ex premier non è ancora mai voluto tornare. Ieri, dunque, la sua prima uscita pubblica in un seminario di giovani alla scuola di formazione politica di Civiltà cattolica. Il tema è l’Europa che appunto, «vale una grande battaglia politica e culturale».
E bisogna «reagire» adesso,«prima che sia troppo tardi», ovvero prima che «l’aggressione dei populismi» abbia successo. Le elezioni europee sono «un bivio tra due strade radicalmente diverse». Ovvero rilanciare il sogno europeista verso gli Stati Uniti d’Europa oppure cedere ai movimenti populisti che «aggrediscono la Ue da tutti i Paesi europei, compresa l’Italia». Ma l’Europa del futuro deve essere «non solo austerità ma politiche di crescita».
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