Questa settimana, l’Olaf (l’ufficio europeo anti-frode) farà delle dichiarazioni sul mercato nero dei vaccini. Nella Ue, la lentezza della vaccinazione, dovuta alle difficoltà della produzione di massa delle dosi dopo aver subito un primo rallentamento per le autorizzazioni, sta scatenando una corsa sotterranea ai vaccini, al di là degli acquisti congiunti Ue e della distribuzione organizzata da Bruxelles secondo regole stabilite per essere il più equa possibile tra gli stati membri.

In Italia, alcune regioni, a cominciare dal Veneto, avrebbero l’intenzione di cercare di procurarsi da sole le dosi, che arrivano con troppa lentezza. Ieri, la Repubblica ceca è di nuovo partita alla carica su questo fronte. Una portavoce ha affermato che «il ministero della Sanità è stato avvicinato da rappresentanti di Astra-Zeneca in Repubblica ceca con offerte di vaccini supplementari, siamo in contatto con AstraZeneca e negoziamo dettagli supplementari sul numero di dosi, la data di consegna e i prezzi». Questa dichiarazione fa seguito alle affermazioni di qualche giorno fa del primo ministro, Andrej Babis, che aveva evocato un «intermediario» a Dubai per queste trattative sotterranee, dove sarebbero state offerte a Praga 5 milioni di dosi a 10 euro l’una. Babis aveva affermato che anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, avevano avuto un’offerta analoga.

La Commissione mette in guardia. Ieri, AstraZeneca ha smentito le affermazioni della Repubblica ceca: «Attualmente ci concentriamo sul rispetto degli impegni mondiali con i governi e le organizzazioni internazionali di sanità, non c’è attualmente nessuna fornitura, vendita o distribuzione attraverso il settore privato».

AstraZeneca allerta: «Se qualcuno propone dei vaccini privati, si tratta probabilmente di contraffazione». Nella Ue, come ha più volte ricordato la presidente della Commissione, «c’è un quadro legalmente vincolante, abbiamo accettato che non ci siano negoziati paralleli o contratti paralleli». Ma questo non impedisce di cercare di ottenere, oltre le quantità ordinate dalla Ue, maggiori dosi: la Germania, per esempio, ha preso contatti con i laboratori tedeschi (BionTech, Curecav e IdtBiologika) per poter accedere a più dosi «dopo quelle date alla Ue», ha precisato mesi fa il ministro della Sanità, Jens Spahn. Possono inoltre venire comprate le dosi destinate a paesi che vi rinunciano, per difficoltà logistiche.

Di fronte alle critiche crescenti, per accelerare i tempi, la Commissione ha deciso di rendere meno complesse le autorizzazioni di vaccini modificati per far fronte alle varianti: «Un vaccino migliorato dai produttori sulla base di vaccini già esistenti non dovrà passare per tutte le tappe dell’autorizzazione» ha precisato la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakidou, che ha ammesso di non essere «soddisfatta» della situazione attuale della distribuzione, ma ha precisato che nel terzo trimestre ci saranno 700 milioni di dosi nella Ue. AstraZeneca cerca di aumentare i siti di produzione per la Ue (ma ha smentito contatti con il cinese Wuxi e il russo R-Pharm).