È facile ironizzare sulla presenza, oggi a Lampedusa, dello staff europeo, José Manuel Barroso, presidente della Commissione, Cecilia Malmström, commissaria agli Affari Interni, accanto a Letta e Alfano. Ieri, prima del Consiglio dei ministri degli interni in Lussemburgo, Malström ha fatto una proposta per rispondere alla richiesta italiana di aiuto: “proporro’ agli stati membri di organizzare una grande operazione di sicurezza e di salvataggio nel Mediterraneo, da Cipro alla Spagna” ha dichiarato la commissaria, che ha assicurato che chiederà “al più presto le risorse necessarie per salvare il maggior numero di vite”. La proposta resta fumosa, anche se Alfano la ritiene “un bel segnale”, una risposta alla richiesta alla Ue di dare “una mano con il rafforzamento dei controlli alle frontiere”, sperando in un “piano concreto per aiutare l’Italia nella dislocazione dei migranti dopo il salvataggio”. Al massimo, solo la prima parte potrà essere in parte realizzata: Frontex, l’agenzia europea di guardiacoste, potrebbe venire potenziata, anche se non avendo né risorse né uomini propri, dovrà continuare a contare sulla buona volontà degli stati membri, che potrebbero cooperare meglio, far ricorso ai droni, con il solo obiettivo, pero’, di individuare le navi carretta prima che affondino o bloccarne la partenza dai porti. Frontex ha fornito dei dati secondo i quali il numero dei migranti che hanno cercato di attraversare il Mediterraneo è raddoppiato nei primi nove mesi di quest’anno rispetto a tutto il 2012: sono stati 16mila l’anno scorso, da gennaio a settembre sono saliti a 31mila. La stessa esistenza di Frontex, dicono le associazioni di difesa dei diritti umani, ha reso più pericolosi i tentativi di entrata in Europa: l’immigrazione legale è strettamente limitata, le frontiere sono maggiormente controllate, cosi’ i barconi restano una delle poche strade ancora esistenti, con i le mafie che ne approfittano con prezzi in salita e un riempimento delle imbarcazioni che aumenta i rischi. La Ue ha scelto la strada dell’esternalizzazione dei rischi, con accordi con i paesi del sud del Mediterraneo, senza nessuna attenzione al rispetto dei diritti umani. Frontex dal 2 dicembre sarà affiancata da Eurosur (Eurosicurezza), 340 milioni di qui al 2020, per aumentare i controlli e migliorare i respingimenti, con migliore ricorso a droni, satelliti e video ad alta risoluzione.

Nessuno pensa di modificare né le leggi nazionali sull’immigrazione – Barroso ha ricordato ieri che “sono di competenza nazionale e l’Ue non puo’ intervenire”, con grande soddisfazione di Alfano, secondo il quale la Bossi-Fini non era all’ordine del giorno a Lussemburgo – né di toccare il regolamento di Dublino2, che prevede che è il primo paese di arrivo del migrante ad essere competente per esaminare la domanda d’asilo e sopperire ai bisogni della persona. 24 paesi su 28 hanno respinto qualsiasi modifica a Dublino 2, il nord Europa ha rifiutato compatto. Prima di entrare nella riunione dei ministri degli interni in Lussemburgo, il responsabile tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha affermato che “non è vero quello che racconta l’Italia, di essere sovraccarica di rifugiati”. Per il ministro della giustizia danese, Monten Bodskov, “la Ue ha gli strumenti, tutti gli stai devono fare bene come la Germania e la Svezia”. I paesi europei che rifiutano di condividere con Italia, Grecia, Spagna e Malta il “fardello” dei rifugiati vanno valere che nella Ue cinque paesi hanno esaminato più del 70% delle 322mila domande di asilo nel 2012: Germania in testa, seguita da Francia, Svezia, Gran Bretagna e Belgio. La piccola riforma che ha avuto luogo a giugno non prevede di condividere a 28 il carico rappresentato dai rifugiati. Barroso si è limitato ad auspicare che sulla questione degli sbarchi, l’Europa “deve fare qualcosa assicurandosi che i paesi sotto pressione ricevano la solidarietà di tutta la Ue”. Malmström ha ammesso che “non credo sia il giorno” per riformare Dublino2. Per Friedrich, “Dublino non va modificato, la Germania è il paese che esamina il maggior numero di domande d’asilo”.

La Ue potrebbe rendere operativa la direttiva sulla protezione immediata e temporanea dei rifugiati, in caso di affluenza eccezionale, come è ora il caso sia dal Corno d’Africa ma soprattutto dalla Siria (la direttiva era stata studiata per il Kossovo nel ’99). Questa questione era sul tavolo del consiglio dei ministri degli interni ieri a Lussemburgo, dove su richiesta di Italia e Francia si è anche parlato di Lampedusa. Ma anche qui, le cifre non danno ragione alla richiesta italiana: per venire in aiuto ai rifugiati siriani, sono stati stanziati 1,7 miliardi di euro, 203 versati dalla Gran Bretagna, 117 dalla Germania, 39 dalla Svezia, 29 dall’Olanda, 25 dalla Francia e solo 17 dall’Italia.