Dopo il silenzio e l’inerzia di mesi, è un fine settimana con forti turbolenze in casa Liberi e uguali. Venerdì sera a Sesto San Giovanni si sono riuniti i comitati del Nord che non accettano la separazione fra Mdp e Sinistra italiana, che però sembra inevitabile, e che vogliono trasformare la lista in un partito sotto la guida di Piero Grasso. Il senatore è stato accolto fra gli applausi dai quattrocento autoconvocati. “Quando mi hanno chiesto di guidare Leu il progetto era fare un primo passo per costruire un partito autonomo di sinistra, non una lista elettorale da usare come autobus. Non avrei accettato di fare da schermo per garantire qualche posto in parlamento, ve lo assicuro”, ha detto ai presenti. “Per questo io non cambio idea, per rispetto a chi ci ha votato. E raccolgo inviti e documenti da ogni parte d’Italia a rispettare questo impegno”. In queste ore Grasso compie un vero tour – iniziato in Sardegna, poi a Sesto in Lombardia, ieri a Forlì e Carpi, oggi a Reggio Emilia e Livorno – per assicurare ai militanti la sua determinazione a ‘mantenere la promessa’ fatta al milione di elettori del 4 marzo, nonostante la sconfitta.

Sembrano altre le intenzioni di Mdp che in quello stesso venerdì, ma la mattina a Roma, ha riunito il coordinamento nazionale e alla fine ha approvato un documento che affida al coordinatore Roberto Speranza la “verifica definitiva” sul progetto di Leu. Mdp è contraria “all’ennesimo cartello elettorale di tutte le forze della sinistra radicale e antagonista” in vista delle europee, opzione “formalmente adottata in solitaria da Sinistra Italiana”. Mdp guarda al Pse ma nega l’interesse al rientro nel Pd, partito che “ha esaurito la sua funzione” e ribadisce il percorso verso “la nascita di un partito politico nuovo della sinistra e del lavoro”. Per la verifica con i militanti, saranno convocate assemblee territoriali e un’assemblea nazionale a novembre. Nel testo c’è anche un giudizio critico sull’operato di Grasso. Il documento è stato approvato a stragrande maggioranza ma dai social fioccano le testimonianze di chi non ha voluto partecipare al voto. Come Francesco Laforgia, ex capogruppo dei deputati di Mdp e ora senatore, che al momento del voto ha lasciato l’assemblea per raggiungere Sesto e così segnalare la scelta in asse con Grasso. E con Sinistra italiana, almeno fin qui.

La situazione è complicata. Se fin qui Mdp e Si sembravano impegnate nel gioco del cerino per scaricarsi dalle spalle la responsabilità della rottura di Leu, ora l’iniziativa dei comitati e dei militanti ‘ammutinati’, in particolare dalla parte ex Pd, potrebbe restituire una qualche vitalità all’esperienza che ha funzionato, in proporzione, più a livello locale che a Roma. Ieri a Fiano Romano si è tenuta un’altra riunione fra ex Mdp in rivolta. Che però provano a non rompere con i dirigenti nazionali. “Da noi il popolo di Leu ha detto che vuole andare avanti nel progetto”, spiega Claudio Mezzanzanica, fra i promotori dell’assemblea di Sesto. “Speriamo che le altre proposte avanzate in questi giorni tengano presente che questa è la volontà dei militanti e che con lei bisogna misurarsi. I chiarimenti si fanno tutti insieme”.