Non si chiama patrimoniale ma imposta di equità, eppure il senso è quello del grande classico delle proposte della sinistra. Ieri Piero Grasso e Pier Luigi Bersani hanno presentato il programma economico di Liberi e uguali. Con loro Cecilia Guerra, Giulio Marcon, l’ex ministro Visco e l’economista Carmelo Parello. Via l’Imu, il bollo e le imposte sul capitale a favore della nuova tassa: «A parità di gettito redistribuiamo l’onere in modo progressivo sul patrimonio con un’aliquota massima dell’1 per cento. Viene escluso il patrimonio dei contribuenti medi, che sono circa la metà», ha spiegato Guerra, già capogruppo al Senato di Leu. «Ciaone» (Bersani) alla flat-tax proposta dalle destre. Altro punto cardine e altro grande classico, la lotta all’evasione fiscale. Da lì LeU vuole recuperare 30 miliardi l’anno da ridistribuire su una revisione delle aliquote Irpef con «uno sgravio per ceti medi e i redditi più bassi» per ridurre le tasse alle imprese con l’eliminazione dell’Irap.«Se si fa meno disuguaglianza c’è più crescita, c’è poco da fare. La nostra non è solo una ricetta etica, politica. È una ricetta economica», spiega Bersani. Fin qui il programma.

MA È FATALE che l’attenzione sia puntata sulle alchimie del dopo voto e alla nuova apertura di credito che Grasso rivolge ai 5 stelle, che pure con Leu hanno un atteggiamento ai limiti dello sprezzante. Distanti nel merito sul programma economico, sono «ondivaghi», ammette l’ex magistrato, ma «se ci dovessero essere le condizioni per cui le loro proposte corrispondono ai nostri valori e principi, perché non potremmo sostenerle?», «non ci sono pregiudiziali, quelle le abbiamo solo nei confronti della destra».

DA SEMPRE L’ARGOMENTO alleanze mette in tensioni i Liberi e uguali. Non tutti la pensano come Grasso. È nota la scarsa simpatia politica di Massimo D’Alema per i grillini. Lo è altrettanto quella di Laura Boldrini. Fra i due presidenti non è la prima volta che si segnala la differenza, non solo di toni. Grasso ieri ha minimizzato il caso Rimborsopoli: «Penso che sia un problema interno, che denota che anche tra chi parla di onestà c’è chi tradisce la buona fede». Boldrini ha fatto il contrario: «A Di Maio hanno ritirato la patente dell’onestà», ha ironizzato su twitter, «Come farebbe a tenere sotto controllo il bilancio dello Stato se non riesce a garantire la contabilità dei suoi parlamentari?». In serata una nota di Leu smentisce i titoli dei siti che segnalano la stonatura: «Sono prive di fondamento le letture riportate da alcuni organi di informazione su presunte diversità di opinione tra Grasso e Boldrini in merito agli scenari post voto».

MA PRIMA DEGLI SCENARI post-voto ci sono gli eventi di questi giorni. La presidente della camera conduce una campagna elettorale su argomenti considerati ‘difficili’, come dimostrano le puntuali tempeste del web contro di lei: in primis i migranti. Mercoledì sera però ha messo a segno un punto importante uscendo vittoriosa dal confronto tv con Matteo Salvini a Otto e mezzo (La7). Dalle file di Leu sfuggono invece indiscrezioni sulla minor efficacia di Grasso in tv. Dopo il Giornale, ieri ne ha scritto Il Dubbio. Spifferi, forse addirittura veleni che non trovano alcuna conferma a via Zanardelli (la sede di Mdp), anzi vengono sdegnosamente smentiti.

IL POST-LEU dipende ovviamente dal risultato del 4 marzo e dal conseguente scenario politico. Ma in quel ’secondo tempo’ la posizione di Boldrini potrebbe «pesare» in Leu più di quanto non sia successo nel primo, cioè nel corso di una campagna elettorale «da indipendente», come si definisce lei. Lo scorso 3 febbraio a Roma la presidente ha tenuto a battesimo «Futura», composta da ex Pisapia (Ferrara, Furfaro ma anche sindaci e amministratori come Smeriglio e la lombarda Cremonesi) che guardano senza entusiasmo Leu. Un’area che insegue ancora il sogno di un centrosinistra senza Renzi e ostile a un’eventuale alleanza con i 5 stelle.

CHE NEL POST VOTO potrebbe sommarsi a una nuova componente «laburista» di ex Sel oggi in Mdp scontenta della gestione della lista unitaria, che si riunisce domenica pomeriggio a Roma, al Centro congressi Cavour, a porte chiuse.